Nettuno, ucciso in mare dal gommone. La moglie: «Travolto da un incosciente»

Nettuno, ucciso in mare dal gommone. La moglie: «Travolto da un incosciente»

di Ivo Iannozzi
«Non è possibile morire a causa di un comportamento incosciente. Su questa storia vogliamo piena giustizia». È affranta, ma determinata la signora Daniela, moglie di Massimiliano Gori, l’imprenditore cinquantunenne di Lido dei Pini, che sabato pomeriggio è stato travolto e ucciso da un gommone con a bordo tre persone mentre faceva il bagno a circa 300 metri dalla costa. Insieme alla suocera Maria e al cognato Sante hanno aspettato, e pregato per ore, con la speranza che il loro Massimiliano fosse solo disperso in mare. Ieri mattina dopo trentotto ore di ricerche, pochi minuti prima delle 8, il tragico epilogo: i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno individuato sul fondale e recuperato il corpo senza vita dell’imprenditore.

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IL RECUPERO
Gori è stato ritrovato nella zona dell’impatto, ma l’acqua torbida delle ultime ore aveva impedito fino a quel momento l’individuazione da parte delle squadre di ricerca che avevano battuto dall’alba al tramonto il tratto di mare compreso tra Tor San Lorenzo, Lido dei Pini e Lavinio. Dopo il riconoscimento avvenuto sulla spiaggia alla presenza del magistrato, il corpo di Gori è stato trasferito all’istituto di medicina legale dell’Università di Tor Vergata dove nelle prossime ore sarà eseguito l’esame autoptico. Sarà importante per capire se l’uomo sia morto sul colpo, nell’impatto con la chiglia del gommone, oppure dissanguato: il bracci è segnato da una profonda ferita, con tutta probabilità causata dall’elica del motore del natante. La Procura di Velletri indaga con l’ipotesi di omicidio colposo nei confronti di un ragazzo di 17 anni che era alla guida del gommone.

«Non è possibile morire per un atto di incoscienza – spiega la moglie Daniela – e faremo di tutto perché sia fatta giustizia e siano accertate tutte le responsabilità in questa storia. Non si può togliere la vita ad una persona che era entrata nella mia vita in punta di piedi e che mi ha amata con tutta la sua forza e la voglia di vivere. Ha insegnato a tutti cosa vuol dire amare e rispettare gli altri. Avrei sperato che una persona così calma come Massimiliano non avesse avuto tanta fretta di lasciarci. Io e mia figlia non lo dimenticheremo mai».
La morte di Massimiliano Gori è stato uno choc per la comunità di Lido dei Pini. Di origine umbra, nei primi anni ‘60 si era trasferito con la famiglia in questa zona del litorale sud di Roma. Il papà Piero, imprenditore edile, aveva contribuito alla crescita del quartiere. Lido dei Pini in parte ricade sul territorio di Anzio e in parte di Ardea, ma per Massimiliano Gori non esisteva una barriera tra i due comuni. 

IL RICORDO
«Per lui Lido dei Pini era un’entità urbanistica unica e da sempre si batteva per la sua valorizzazione», spiega commossa Letizia Longo, sua compagna di scuola alle elementari e alle medie e grande amica. «Per Massimiliano - spiega - il quartiere doveva essere curato, le strade pulite e in ordine e per questo spesso discuteva con i consorzi, ma anche con le amministrazioni comunali di Ardea ed Anzio. Come commercianti vorremmo realizzare un nuovo arredo urbano in sua memoria». «Era un vulcano di idee - aggiunge Achille Longo, il papà di Letizia - sempre pronto a sostenere iniziative che valorizzassero il nostro quartiere». Per comprendere il tipo di impegno per un quartiere senza barriere, si era impegnato a sostenere anche le iniziative per la salvaguardia della pineta che ricade sul territorio di Anzio, anche se lui abitava con la moglie e la figlioletta tredicenne su quello di Ardea. «Era così - racconta Simona Casini, amica e commerciante - aveva una missione per il suo quartiere: creare sinergia tra i comuni perché a Lido dei Pini tutto funzionasse. Le sue idee, la sua energia ci mancheranno e non è retorica». 
E poi la grande passione per il mare che gli è stata fatale. «Amava uscire in barca a vela con il suo Laser - racconta Barbara Lerici, un’amica - e molto spesso portava a fare una gita in mare la figlia e altri bambini, tra i quali mio figlio». Fino all’ultima, fatale, uscita in acqua.
 
 

 
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Agosto 2020, 11:13
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