Marcello De Vito, la sorella attacca la Procura di Roma: «Da 90 giorni è in carcerazione preventiva: così è tortura»

Video
Tre mesi fa l'arresto di Marcello De Vito per l'inchiesta sulle presunti tangenti sul nuovo stadio della Roma. Al 90° giorno di carcerazione preventiva la sorella Francesca dell'ex presidente del consiglio comunale di Roma si è rivolta alla procura della caputale con un duro post pubblicato sulla sua pagina facebook:  “Di tanti corrotti, stupratori, assassini, mandati agli arresti domiciliari, o lasciati sui loro scranni, solo a lui è stato riservato un trattamento speciale”. E conclude: “E' una tortura”.

Stadio della Roma, il processo Parnasi riparte da zero: errori nella scelta del giudice
 
 


Il testo del post: “Oggi sono 90 giorni... In Italia è consentita la carcerazione preventiva durante le indagini in tre casi: pericolo di fuga e conseguente sottrazione al processo ed alla eventuale pena, pericolo di reiterazione del reato, pericolo di turbamento delle indagini. Differentemente si chiama tortura. Di tanti corrotti, stupratori, assassini, mandati agli arresti domiciliari, o lasciati sui loro scranni, solo a lui è stato riservato un trattamento "speciale". Questo non può essere un caso personale ma una "vicenda giudiziaria".




 
Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Giugno 2019, 16:07
© RIPRODUZIONE RISERVATA