Dopo la morte di Luca Sacchi Giovanni Princi disse «Facciamoci una birra». «Mio cugino Massimo mi ha raccontato che quando ho dato la notizia della morte di Luca,
Giovanni Princi (l'uomo finito in carcere perché accusato del tentativo di acquisto di droga - ndr) ha detto: 'vabbe' allora se è morto andiamo a farci una birra e un panino, che sto morendo di fame». È quanto afferma
Alfonso Sacchi, padre di
Luca, sentito come testimone dai pm di
Roma che indagano sull'omicidio del figlio.
Il verbale è stato depositato dalla Procura in occasione dell'udienza davanti al Riesame. «Penso che Princi portasse
Luca con se per farsi sicurezza - aggiunge il padre -.
Luca era molto alto, in perfetta forma fisica, inoltre era un patito di arti marziali, ciò non di meno, gli ho sempre insegnato la pazienza e l'autocontrollo».
Dalle carte dell'inchiesta della Procura di Roma sui fatti del 23 ottobre emergono nuovi elementi, per certi versi agghiaccianti. Sul rapporto tra
Princi e
Luca il padre non ha dubbi: l'arrestato lo usava come una sorta di
guardiaspalle.
L'attenzione di chi indaga è centrata anche sul ruolo di
Anastasia, la fidanzata di
Sacchi raggiunta dal provvedimento dell'obbligo di firma sempre per la vicenda dell'acquisto di droga. Il padre di
Luca ha raccontato agli inquirenti particolari relativi al conto corrente del figlio. «Il suo conto non era cointestato, ma
Anastasia aveva i codici e poteva operare tranquillamente - spiega -. Quando
Luca è deceduto le abbiamo chiesto i codici, ma lei me ne ha mandato solo alcuni che non funzionavano. Anche quando abbiamo chiesto i codici per l'home banking e la gestione online della casa vacanza ci ha dato codici che non funzionavano. Tant'è che gli abbiamo dovuti cambiare tutti».
Parlando della gestione del conto,
Alfonso Sacchi afferma: «Io penso che vi fossero tra 15 e 20 mila euro. Ora ce ne dovrebbero essere circa 16 mila, ma non ho notato movimenti particolari, sospetti o ingenti. L'unico movimento un po' più grande è stato un prelievo di 4 mila euro il 10 ottobre. Ma quel giorno mi servivano duemila euro liquidi per coprire la rata del mutuo e li ho chiesti temporaneamente a
Luca, che di fatto ne ha prelevati quattro mila».
Sempre di oggi è poi la diffusione di un audio, la sostanza del cui contenuto era già nota, di un dialogo intercettato tra Valerio Del Grosso e Marcello De Propris alcuni minuti prima dell'omicidio di Sacchi. «Sentimi, sto con un amico mio... bello fulminato... ma se, invece, mi vengo a prendere quella cosa che mi hai detto ieri e glieli levo tutti e settanta? Poi ti faccio un bel regalone», si sente nell'audio diffuso dal Gr1 Rai e depositato dalla Procura di Roma in occasione dell'udienza davanti al Riesame. In sostanza, Del Grosso, autore materiale dello sparo, chiede a De Propris se può andare a prendere da lui la pistola poi utilizzata per uccidere Sacchi. Intenzione di Del Grosso è impossessarsi dei settantamila euro, presenti, secondo l'accusa, nello zaino di Anastasia e che sarebbero serviti all'acquisto di 15 chili di droga.