Luca Sacchi, Princi al compagno di cella: «Non mi hai visto in tv?». Gli amici: manipolava tutti

Luca Sacchi, Princi al compagno di cella: «Non mi hai visto in tv?». Gli amici: manipolava tutti

di Camilla Mozzetti
Nel linguaggio del carcere c'è quasi sempre una domanda che ogni detenuto sente rivolgersi quando varca l'ingresso di una cella da chi la occupa già da tempo: «Come ci sei finito qui dentro?». Anche a Giovanni Princi, l'amico di Luca Sacchi, arrestato all'alba di una settimana fa dai carabinieri del Nucleo investigativo, è stata fatta da un suo compagno di cella rinchiuso a Rebibbia con l'accusa di spaccio.

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E Princi che secondo la Procura ha ricoperto il ruolo di ponte tra il gruppo dell'Appio e quello di Casal Monastero durante la trattativa per l'acquisto di 15 chili di marijuana ha risposto. Senza abbassare lo sguardo. Al suo interlocutore avrebbe replicato: «Non mi hai visto in televisione?». Con gli occhi alti ai fotografi e una parte del viso coperta da una sciarpa mentre all'alba di venerdì scorso entrava al nucleo dell'Arma di via In Selci dopo esser stato arrestato con l'accusa di aver tentato di acquistare un ingente quantitativo di droga la notte in cui Sacchi è stato colpito dal proiettile del revolver calibro 38 impugnato da Valerio Del Grosso. Nel corso di quella breve conversazione sarebbero state descritte due batterie: quella dei buoni e quella dei cattivi, quest'ultima composta dal pasticcere di Casal Monastero e dai suoi sodali. Poi è sceso il silenzio e ognuno ha continuato a farsi i fatti propri. Di fronte al gip Costantino De Robbio e alla pm Nadia Plastina, Princi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato, Massimo Pineschi, uscendo da Regina Coeli ha descritto un ragazzo provato che chiede sempre del suo amico Sacchi. Poi c'è l'altro Giovanni, quello descritto da coloro i quali questo ragazzo di buona famiglia, senza fratelli né sorelle, lo hanno frequentato in tante occasioni. Serate, feste, uscite collettive in giro per Roma e soprattutto tra gli angoli dell'Appio-Tuscolano.

«ABILE A CONVINCERE»
Un profilo forte di un ragazzo che punta a primeggiare all'interno di un gruppo senza usare la violenza o il turpiloquio ma facendo leva sulle «proprie abilità», confida un amico. «Giovanni sa convincere gli altri, li sa ammaliare prosegue il ragazzo sfoggiando i suoi studi in Psicologia che gli permettevano, diceva, di capire subito le persone». E forse, per questo, di saperle anche conquistare o manipolare all'occorrenza. Che ci abbia tentato con Sacchi riuscendoci poi con la sua fidanzata o con entrambi? Anastasia Kylemnyk di fronte alla pm Plastina mercoledì ha detto di non sapere di avere 70 mila euro nello zaino la notte dell'aggressione e che «Giovanni Princi mi ha dato una busta e mi ha detto di tenerla nello zaino».

Chi li conosce entrambi da anni non esclude che proprio le abilità persuasive di Princi abbiano attecchito su una ragazza che potrebbe aver subito il suo fascino. Princi sa essere convincente: il giorno dopo la sparatoria di fronte al pronto soccorso del San Giovanni ha messo in fila alcuni dettagli della sparatoria. Senza esitare un solo secondo, senza alzare il tono della voce, mostrandosi come un malcapitato spettatore di una tragedia senza senso. «Non li ho visti perché era buio diceva Princi al fianco della madre di Nastja ma sono scesi due tizi da un'auto armati, ma come si fa ad andare in giro così? Solo dei folli possono farlo».
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Dicembre 2019, 09:06
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