Luca Sacchi, Princi spostò l'auto di Anastasia: così sparirono i soldi

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di Alessia Marani Camilla Mozzetti
Credeva di aver agguantato 70 mila euro, Valerio Del Grosso, perché i suoi intermediari Simone Piromalli e Valerio Rispoli avevano visto mazzette da 20 e 50 euro. Ma nessuno del gruppo di Casal Monastero la sera del 23 ottobre quando la trattativa per l'acquisto di 15 chili di marijuana è degenerata nell'omicidio di Luca Sacchi ha tirato fuori i soldi dallo zaino di Anastasia Kylemnyk, mettendosi a contarli. E se una parte fosse stata nascosta nella Citroen C1 della baby-sitter ucraina che dopo la sparatoria è stata spostata in fretta e furia da Giovanni Princi, considerato dagli inquirenti il ponte nella trattativa per l'acquisto di droga tra i due gruppi di giovani? Il ragazzo, arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo che stanno portando avanti le indagini per conto della Procura, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia.

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Per il momento è soltanto un'ipotesi su cui potrebbe far chiarezza, proprio Del Grosso, quando deciderà di parlare con gli inquirenti.

Ieri, interrogata dal pm Nadia Plastina e dal gip Costantino De Robbio, la Kylemnyk ha negato di sapere che dentro il suo zaino ci fosse una cifra simile. Nelle varie audizioni degli intermediari di Del Grosso, nelle parole di quest'ultimo proferite agli amici, alla fidanzata Giorgia, al datore di lavoro nella pasticceria dove era stato assunto lo scorso marzo, non si fa mai cenno al conteggio del denaro. Come se questo passaggio seppur essenziale non ci fosse mai stato nelle ore precedenti al ferimento mortale di Sacchi. Non si può escludere che lo stesso Del Grosso, trovandosi all'Appio al momento della verifica fatta dai suoi intermediari, abbia creduto in un importo simile perché assicurato da Princi e mostrato solo in minima parte.

SPOSTAMENTI SOSPETTI
Così come non si può non valutare in maniera sospetta l'atteggiamento di Princi che, con Sacchi agonizzante in ospedale, si è preoccupato di spostare l'auto di Anastasia regolarmente parcheggiata nei pressi del pub e di condurla in una strada vicina alla sua abitazione. Perché farlo se dentro non c'era nulla da nascondere e soprattutto da rimuovere dalla scena del delitto che si era riempita di carabinieri e poliziotti?

Del Grosso e Pirino arrivano per fregare il gruppo di Sacchi, rubano lo zaino ma il personal trainer si difende. Parte il colpo di revolver, apparentemente non previsto, che manda in tilt i due di Casal Monastero. Del Grosso e Pirino scappano con lo zaino e magari dentro ci trovano una busta o un marsupio che non aprono nell'immediato, preoccupandosi soltanto di nasconderlo in un posto sicuro o, più probabilmente, di affidarlo a qualcuno. Tanto sono convinti che dentro ci sia il bottino da 70 mila euro e loro devono pensare a come nascondersi dopo la sparatoria.

Forse Del Grosso capirà di aver sparato contro un uomo per 70 mila euro che alla fine non si ritroverà nelle mani. Potrebbe averlo capito quando si è messo a contare i soldi o quando è stato informato da chi li aveva avuti in custodia soltanto poche ore prima di esser scovato dagli agenti della Squadra Mobile in un hotel di Tor Cervara. Mentre Princi, con l'auto di Anastasia, potrebbe aver fatto sparire la restante parte la sera stessa dell'omicidio. Intanto la prossima settimana verranno analizzati i due cellulari sequestrati a lui e ad Anastasia, passata al setaccio la Citroen C1 e analizzati i Dna dei campioni biologici rinvenuti sotto le unghie di Sacchi.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Dicembre 2019, 09:20
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