Luca Sacchi e Anastasia, le liti in chat prima del delitto: «Sei un mammone, la mia vita con te fa schifo»

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di Valentina Errante
«Basta, da ora in avanti faccio quello che voglio», così Anastasia scriveva a Luca Sacchi un mese prima che il proiettile sparato da Valerio Del Grosso uccidesse il bodybuilder. Litigavano, Luca Anastasia. Ciascuno attribuiva all’altro scorrettezze e Sacchi non si fidava più della fidanzata, adesso sotto inchiesta con l’ipotesi di detenzione ai fini di spaccio. «Stai con uno dei tuoi amanti?», le diceva, mentre lei non sopportava il rapporto tra Luca e la madre: «Quindi tu starai sempre dalla parte di tua madre e mai dalla mia, giusto? - scriveva la ragazza in un messaggio - Se ti dice: “scegli o me o lei”, tu dirai mammina, vero?». Le chat sono agli atti del fascicolo per omicidio, perché la tragedia che si è consumata davanti al pub John Cabot, a Roma, lo scorso 23 ottobre, è stata l’epilogo di una trattativa per l’acquisto di droga. Settantamila euro, nascosti nello zaino di Anastasia. Almeno secondo i carabinieri e la procura. Soldi che Valerio Del Grosso e il suo complice, Paolo Pirino, avrebbero voluto prendere senza dare in cambio “la merce”.

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FORSE SONO UN PESO
Sono le 3 del 9 settembre quando Anastasia chiede a Luca: «Ti va ancora di stare con me? Ti va di amarmi? Non è un gioco o una domanda scontata». Luca risponde di sì e Anastasia continua: «Tu vuoi stare con una come me?». «Una come te?», chiede Luca, e lei ripete: «Una come me». Sacchi risponde: «Dopo la sbroccata di prima ho paura, ma comunque sì, voglio stare con te, tu?». Anastasia si innervosisce: «E già questa risposta ad una come me, sono sincera, non mi piace per niente, mi fa solo allontanare e penso alle cose che ti ho detto prima. Forse, davvero, potremmo essere degli ottimi amici che si vogliono bene, forse è questo che ci aspetta». Luca risponde: «Basta essere così diretta con me, affronti questo argomento con troppa semplicità, come se non ti toccasse». E lei: «Io se dico queste cose è solo perché tengo un mondo a te e non voglio assolutamente essere un peso per la tua vita, ma una gioia».

FACCIO COME VOGLIO
L’11 settembre Anastasia scrive a Luca: «Sei perfetto in tutto, perché sai frenarmi e invogliarmi allo stesso tempo». Due giorni, alle 18, dopo Luca annuncia alla fidanzata che sta per raggiungerla. E lei: «Non mi rompere, mi hai stufato. Non perché voglio che tu lo sappia, ma d’ora in avanti, te l’avevo già detto, faccio quello che voglio e non una relazione di costrizioni». «Non trattarmi così», ribatte Luca. Ti sto chiedendo solo di rispondermi». E Anastasia: «Ma che c... vuoi dire che io ti tratto come fai te? Che ti perculo davanti agli altri. O che per caso ti mando a casa col rischio che succede qualcosa e io me ne vado perché ho sonno o perché mamma si preoccupa. Penso sempre in primis a te, in cambio ho un co... che mi dice che la mia vita fa schifo e mi sfogo con lui. Sappi che la mia vita ha cominciato a fare schifo da quando ci sei tu». 

ERI FATTA
Il 15 settembre è Luca ad essere arrabbiato con Anastasia, le scrive parolacce, perché lei non risponde. «Non posso andare avanti così. Non riesco ad avere parole. Sono arrabbiatissimo con te». E Anastasia: «Ma perché, scusa. Ti ho detto che andavo a casa e sto a casa, perdonami». 
E lui: «Non mi sono fidato troppo perché eri un po’ fatta e avevo paura di qualsiasi cosa». Lei: «Vaffa...» E Luca: «Hai fatto proprio una cazzata grossa come una casa e ti giuro mi ha dato proprio fastidio. Ancora non ho risolto, per un motivo o per l’altro. Certe volte mi scordo, altre non se po’ fa’».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Gennaio 2020, 14:29
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