Long Covid, lo studio: «Pazienti che hanno più traumi psicologici di quelli dell'11 settembre» `

Pazienti Long Covid «Più traumi psicologici che per l'11 settembre» `

di Flaminia Savelli

Si chiamano Long Covid: sono i pazienti mai guariti davvero dopo essersi contagiati. In mille sono in cura nel reparto ad hoc del policlinico Gemelli, nel Day Hospital Post Covid.
La sezione medica, con una equipe di specialisti, che dall'aprile dello scorso anno sta studiando gli effetti a lungo termine del Coronavirus.
I risultati degli ultimi studi sono stati appena pubblicati da psicologi e neuropsichiatri del reparto: il 30 per cento dei pazienti guariti soffre di disturbo post traumatico da stress. Come ansia, insonnia e pesanti depressioni.
Una percentuale altissima. Che supera addirittura quella evidenziata dopo l'attentato delle Torri Gemelle a New York nel 2001. Della Sars, identificata nel 2002 Guangdong (Canton) in Cina. E lo tsunami in Thailandia del 2004.

Covid, stress post traumatico per 1 medico su 3: ansia, rabbia e depressione i sintomi

Medici e infermieri e Covid, arriva il corso per gestire lo stress da pandemia


«I pazienti guariti vivono una condizione di stress anche emotivo prolungata nel tempo come hanno confermato i nostri studi» spiega il professor Matteo Tosato, uno dei responsabili del Day Hospital Post Covid. «Ci siamo accorti quasi subito che i Long Covid manifestavano tra le altre anche difficoltà emotive- prosegue il responsabile- una situazione a cui abbiamo dato anche una parziale motivazione». Che in questo caso sarebbe strettamente legata alla malattia: «La pandemia- aggiunge- ha di fatto cambiato tutto quello che ci circonda.

Molti malati sono disorientati dai cambiamenti, dalle restrizioni e soprattutto, dai tempi molto lunghi di ripresa. In quei casi come le Torri Gemelle o la Sars, l'evento è stato molto traumatico ma in termini di tempi, più breve». Per i guariti dal Covid che mostrano segni da stress, vengono attivate tutte le procedure mediche.

IL FOLLOW UP


Il monitoraggio - Follow up- è iniziato dallo scorso aprile.
I medici del D-Hospital, sulla scia dei colleghi cinesi che per primi avevano avviato gli studi sui pazienti che continuavano a mostrare sintomi della malattia, hanno iniziato con uno studio sugli over 65. Anche in questo caso le percentuali fotografano una situazione complessa: con una distanza media dalla fase acuta della pandemia tra i due e i tre mesi, l'80 per cento dei malati mostra ancora sintomi. Come fatica cronica, nevralgie, dolori alle articolazioni.
Un elenco lunghissimo che comprende anche disorientamento, incapacità di concentrarsi. E ancora: gusto e olfatto mai tornati.

I SINTOMI


Uno studio accurato in cui si precisa come, nel 50 per cento dei casi i pazienti mostrano almeno 3 sintomi della malattia.
Ma c'è un elemento, nuovo e accertato. «La persistenza dei sintomi a mesi di distanza dall'effettiva guarigione - sottolinea il professor Tosato- prescinde dalla gravità con cui si è stati colpiti». In sostanza, i sintomi possono persistere anche se il malato non è stato colpito in forma grave: «Molti aspetti del Covid sono tutt'oggi sconosciuti- dice ancora il professor Tosato- ci stiamo impegnando per capire come affrontare il futuro dei pazienti. Guariti dal Covid ma che, come dimostrano i nostri studi, sono di fatto ancora malati. Per questo necessitano di cure e assistenza».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Marzo 2021, 08:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA