Roma, l'emozione del medico Fabia Attili: «Le foto di mia nonna ritrovate nella discarica lungo l'Aniene»

L'emozione del medico del Gemelli: «Le foto di mia nonna trovate nella discarica lungo l'Aniene»

di Laura Larcan

«È una sensazione particolare, sembra un segno, come essere protetti dall’alto, come a dire: io ci sono. Perché è talmente incredibile questa storia che forse, chissà, ci sta proprio guardando da lassù». Lo racconta con la commozione nella voce, Fabia Attili, 40 anni, medico gastroenterologo del Policlinico Gemelli. Accarezza le foto in bianco e nero di cento anni fa della sua amata nonna Lella di Rieti. «Il suo nome era Adelina, ma lo odiava, ed è sempre stata per tutti Lella».

Le immagini che Fabia riordina sul tavolo del soggiorno sono riemerse da una discarica, da un impietoso manto di rifiuti lungo gli argini dell’Aniene a Ponte Salario. Un degrado noto quello dei rifiuti e degli scarichi abusivi, di sversamenti e sacchi pieni zeppi di oggetti frutto di refurtive, che soffocano tutta l’area della riserva naturale dell’Aniene non lontano dalla foce nel Tevere. È qui che si danno da fare i volontari del gruppo Retake, come angeli del decoro, guidati da Emanuela Fiorenza.

 
Ed è proprio qui, a ridosso delle arcate antiche del Ponte Salario, che da buste gettate pochi giorni fa sono riaffiorati, come memorie dal passato, documenti, libri, spartiti musicali e fotografie: decine e decine di immagini, in quelle nuance color seppia, come scene familiari di un piccolo mondo antico.

Un secondo capitolo dopo le prime foto d’epoca spuntate tra i rifiuti nei sottopassi della Salaria raccontate da Il Messaggero. Date, nomi, frasi, dediche, fino addirittura ad un diploma di abilitazione magistrale del 1942 intestato ad Adelina Palmieri, nata a Rieti nel 1925. 


LA RICERCA


Da questo nome è partita la ricerca. Un servizio televisivo (su TV2000), un passaparola, telefonate incrociate, amici di amici, fino alla nipote, la dottoressa Fabia Attili, che con i due figli Giovanni e Marina è corsa a fare il sopralluogo. E lì, in un prato di fango e plasticacce, cumuli di robaccia e odori nauseabondi, ha ritrovato la sua nonna. «Il diploma di abilitazione, con la pagella dei voti, è stato un tuffo al cuore - dice Fabia Attili - Nonna ha fatto la maestra elementare, prima a Rieti, poi in Sabina e a Roma. Era una passione la sua, infatti era amatissima dagli alunni. Dopo la scuola si è dedicata a me». È scomparsa sei anni fa, Lella. E tra le circa quaranta foto ritrovate la si rivede in vari momenti: a 16 anni al mare, a 18 con il papà Luigi, adolescente in montagna al Terminillo: «Era una sciatrice appassionata, molto sportiva, non nuotava ma sciava. Proprio al Terminillo, dopo la Guerra, ha conosciuto mio nonno, Giovanni Smargiassi», racconta Fabia. «Nonna era molto devota a Santa Rita e ho persino ritrovato un santino antico, accanto ad una lettera di auguri dedicati a nonna ricoverata nella clinica Sant’Anna dove ha partorito mia mamma». 


I RITRATTI DI FINE ’800
«A rendere tutto ancora più stupefacente è che insieme alle foto di nonna Lella ho ritrovato le foto dei suoi genitori, dei miei bisnonni», aggiunge la dottoressa.

Foto che arrivano negli anni alla fine dell’Ottocento. Ritratti a mezzo busto, in posa. Ma come sono arrivate nella discarica tutte queste fotografie? «Stiamo cercando di capirlo anche noi, in famiglia, con mia mamma e mio zio. Alcuni anni fa abbiamo subito un furto nella cantina di casa, forse tutto si è perso in quel momento», commenta Fabia. Arrivata da Rieti a Roma, Lella Palmieri ha abitato tra piazza Vescovio e via Casella. La trama si infittisce. «Le foto sono state gettate recentemente nella discarica dell’Aniene - riflette Emanuela Fiorenza - stavano dentro sacchi scaricati pochi giorni fa. Forse erano tenute dentro un deposito, tra varie refurtive accumulate nel tempo e poi smaltite qui a Ponte Salario. Qui non c’è la borsetta dello scippo, ma rifiuti che sembrano provenire da giri illeciti di furti». 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Febbraio 2021, 14:05
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