Fontana di Trevi, nuova proposta M5S: «Numero chiuso e barriere»

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di Fabio Rossi
Accessi alla piazza contingentati, con i check-point della polizia locale. Ma anche una barriera protettiva, per impedire ai visitatori di sedersi sul bordo della vasca, e più controlli dei vigili urbani contro l'abusivismo commerciale. Il Campidoglio sta pensando a blindare la Fontana di Trevi, uno dei monumenti più visitati della Capitale, regolamentando l'afflusso turistico e riducendo il rischio di danneggiamenti del sito. La proposta, anticipata nei giorni scorsi dall'assessore alle attività produttive Carlo Cafarotti, è contenuta in una mozione preparata dalla maggioranza M5S, con primo firmatario il presidente della commissione commercio Andrea Coia.

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IL TESTO
Il documento chiede alla sindaca e alla giunta capitolina di impegnarsi «alla progettazione e realizzazione di una barriera protettiva per la vasca della Fontana di Trevi che impedisca di sedersi sul bordo della fontana, secondo i requisiti tecnici forniti dalle Soprintendenze competenti» e «a dare indicazioni alla polizia locale affinché venga istituito un presidio fisso potenziato, che comprenda anche il controllo delle vie di accesso a Fontana di Trevi e area del Colosseo, e un pattugliamento continuo a piedi di via dei Fori Imperiali, via del Corso, via del Babuino, via dei Condotti e piazza di Spagna».

I DUBBI
A frenare le proposte, almeno nella parte che riguarda la protezione fisica della Fontana, potrebbero però essere proprio le Soprintendenze. Una barriera anche se trasparente, ragionano negli uffici dei Beni culturali, sarebbe ben poco compatibile con l'estetica del sito, oltre a presentare rischi per la sicurezza. Peraltro all'interno del Campidoglio stesso ci sono voci critiche su questa ipotesi: il vice sindaco Luca Bergamo, che ha la delega alla cultura, si è sempre detto contrario a ogni forma di recinzione intorno ai monumenti cittadini. Questo, insomma, rischia di essere il punto debole del piano capitolino.

A SCAGLIONI
Maggiore consenso raccoglie la possibilità di un controllo dei flussi agli accessi della Fontana di Trevi: un'ipotesi già ventilata un paio di anni fa dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie. Il contingentamento, secondo la proposta pentastellata, potrebbe essere concretamente messo in campo «sulle cinque vie di ingresso e uscita: è qualcosa che si può fare con uno o due agenti su ogni ingresso - spiega Coia - Si può calcolare un numero massimo consentito di presenze in contemporanea e quindi regolare e filtrare i flussi». Calcolando due turni giornalieri, si tratterebbe di un impiego da un minimo di dieci a un massimo di venti vigili urbani al giorno: uno sforzo che andrà verificato insieme tra Campidoglio e comando della polizia locale.

I VENDITORI
Altro punto nodale del piano è l'incremento dei controlli contro i venditori abusivi, di tutti i tipi, che riguarderà Fontana di Trevi ma anche l'area del Colosseo. Un compito che ricadrebbe ancora una volta sui caschi bianchi, a cui sarà richiesta una maggiore presenza anche all'interno dell'area contingentata in piazza di Trevi, soprattutto se l'idea della barriera di protezione intorno alla celebre Fontana dovesse rivelarsi non praticabile.

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Novembre 2019, 09:39
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