Forse volevano scaldarsi e il sospetto è che abbiano acceso un fuoco che non sono riusciti a tenere a bada. Nell’appartamento al nono piano di un palazzo dell’Ater in via Giuseppe Lipparini, al Laurentino 38, l’utenza elettrica era staccata da tempo, da quando i regolari assegnatari anni fa avevano lasciato l’abitazione. Chi l’altra notte si trovava all’interno abusivamente potrebbe avere provato a collegare una stufa a un allaccio posticcio o ad accendere un piccolo fuoco che poi non è più riuscito a controllare, fino a che le fiamme non hanno invaso la stanza in cui dormiva Stefano Alunno, romano di 49 anni. L’uomo ha provato a salvarsi e a raggiungere il pianerottolo del palazzo, ma non ce l’ha fatta, è morto intossicato dalle esalazioni di fumo.
I DUBBI
La donna che era con lui, S. C., 40 anni, si è salvata, ha riportato ustioni al volto e in preda a un principio di intossicazione è stata trasportata all’ospedale Sant’Eugenio dove si trova tuttora ricoverata. Prima di salire sull’ambulanza ai poliziotti, subito accorsi sul posto insieme con i Vigili del fuoco, ha detto di avere «lasciato accesa una candela» e che forse il rogo è partito proprio da là. Ma gli agenti del IX Distretto Esposizione non sono convinti che tutto possa essere partito solo da una candela. Le indagini sono solo all’inizio e gli specialisti della Scientifica hanno repertato elementi utili all’inchiesta. L’appartamento era stato segnalato, in passato, anche per la possibile presenza di tossicodipendenti. Nel rogo sono deceduti anche il cane e un gatto che erano in casa. L’abitazione è stata dichiarata inagibile dai pompieri ed è stata posta sotto sequestro dal magistrato. Gli altri residenti, invece, sono potuti rientrare nelle loro abitazioni.
LA PAURA
L’incendio è scoppiato intorno alle 2,30 della notte tra domenica e lunedì. In pochi minuti gli ultimi piani della “torre”, formata da 14 livelli, sono stati invasi da un fumo nero e denso. «Stavo dormendo - racconta l’inquilina del decimo piano - quando ho sentito come uno scoppiettio. Ho visto letteralmente le serrande della mia finestra iniziare a squagliarsi lambite dalle fiamme che arrivavano dal piano di sotto. Ho urlato, siamo subito usciti di casa. L’aria era già irrespirabile e faceva male alla gola. Con altri inquilini abbiamo provato a portare aiuto ma era troppo tardi». Una signora che ha una bambina piccola è sconvolta: «Scendevamo le scale tenendola per mano, siamo dovuti passare davanti al corpo di quell’uomo, sul ciglio della porta, già esanime, è stato terribile». Il palazzo è stato evacuato dagli equipaggi delle volanti mentre i vigili del fuoco, intervenuti con le squadre dei distaccamenti dell’Eur, dell’Ostiense e del Tuscolano, un’autobotte, l’autoscala e il carro teli, hanno spento le fiamme e messo in sicurezza lo stabile. «Siamo rimasti fuori ore - dicono ancora alcuni residenti - nella notte più fredda di Roma. Un incubo». In via Lipparini, oltre ai soccorritori e agli inquirenti, sono arrivati anche i funzionari dell’Ater che si sono messi a disposizione delle autorità per ogni chiarimento.
IL DISAGIO
Su quell’abitazione al nono piano erano, infatti, arrivate diverse segnalazioni per uno strano via vai di persone, italiane e straniere.
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Febbraio 2021, 01:29
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