Farmacie, boom di rapine a Roma: un colpo ogni tre giorni

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di Federico Maselli

Farmacie come sportelli bancomat. Per i rapinatori della Capitale il nuovo business si nasconde dietro il bancone delle medicine. Per loro si tratta di colpi facili da mettere a segno e dal guadagno assicurato. Un fenomeno che, in periodo di lockdown, con le saracinesche di tutti gli altri negozi abbassate soprattutto la sera, è diventato ancora più evidente. A lanciare l’allarme sono le associazioni di categoria con la pubblicazione dell’ultimo “rapporto sulla criminalità predatoria” redatto dal ministero dell’Interno in collaborazione con Ossif e Federfarma. 

Il triste primato di città meno sicura per i farmacisti spetta a Roma: qui, in un solo anno, sono state compiute ben 132 rapine, il 35% in più rispetto al 2018. Ci sono poi Milano (117), Catania (45), Napoli (38) e Palermo (30). Ma è tutto il Lazio a trovarsi nel mirino della criminalità: nel 2019 sono stati 137 i colpi, numero che fa della regione la seconda d’Italia dopo la Lombardia (165 episodi). Se si prende in esame il livello di rischio ogni cento farmacie, è qui che si registra l’indice più alto: nel 2019 è 8,5 rispetto al 6,2 del 2018.
Non è, però, l’unico dato preoccupante all’interno del dossier, come avverte Alfredo Procaccini, vicepresidente Federfarma: «Negli ultimi nove anni sono aumentati anche i furti di medicinali, un problema che ha importanti ripercussioni sui farmacisti nel breve e medio periodo soprattutto per i nuovi investimenti da portare avanti e il magazzino da rifornire». Medicinali che finiscono in un mercato nero parallelo occulto.

Anche in questo caso il Lazio è secondo per numeri (140 contro i 168 della Lombardia), ma primo per indice con quasi 9 colpi ogni cento farmacie.

La vera minaccia, secondo Procaccini, è rappresentata dalla sempre più grande abilità e specializzazione dei ladri. Come nel caso della famigerata banda del buco, che in un anno e mezzo ha ripulito gli scaffali di 25 farmacie a Roma, rappresentando una vera spina nel fianco anche per le forze dell’ordine.

VENTI FURTI
Tra le farmacie più colpite c’è quella di viale San Giovanni Bosco, alle porte di Cinecittà. «Dall’apertura dell’attività abbiamo subito almeno venti assalti», racconta la titolare Emilia De Cesaris. «Una dipendente si è addirittura licenziata perché in appena quattro mesi ha vissuto il dramma di ben tre rapine che l’hanno profondamente traumatizzata». Un’esasperazione, quella provata dalla De Cesaris, che l’ha spinta ad affiggere un cartello fuori dal negozio per scoraggiare altri tentativi: «Ultime 5 rapine, tutti arrestati». E ancora: «Il problema potrebbe essere risolto in due modi: incentivare i pagamenti con carte di credito o altri sistemi elettronici».

LE TELECAMERE
Per garantire maggior sicurezza ai propri associati e scoraggiare ogni attività criminale, la Federfarma si è fatta promotrice di un nuovo accordo siglato con il ministero dell’Interno due mesi fa. Il protocollo punta a promuovere l’adozione di sistemi di videosorveglianza all’interno dei negozi, collegati direttamente con le sale operative di polizia e carabinieri. «Inoltre – aggiunge Procaccini – ogni farmacista può richiedere l’installazione di un pulsante d’allarme per segnalare alle forze dell’ordine una rapina in corso, velocizzando così il loro intervento». E permettendo alla pattuglia di intercettare i fuggitivi poiché, in media, «per portare a termine il colpo ci vogliono dai 90 ai 130 secondi». Ma nella stragrande maggioranza dei casi dove sono state installate telecamere, confida Procaccini, il colpo si conclude con un arresto.


Ultimo aggiornamento: Sabato 19 Dicembre 2020, 00:19
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