Si torna a viaggiare in questa estate che preannuncia numeri vicini, se non superiori, ai livelli pre-pandemia. Nonostante l’incertezza economica, il Covid, il conflitto in Ucraina e l’emergenza siccità, due italiani su tre sono pronti a partire per le vacanze. A luglio 2020 – il periodo post lockdown dominato dalla paura del contagio – solo metà dei cittadini aveva preso questa decisione. È quanto emerge da un sondaggio Quorum-Youtrend per Wonderful Italy, sull’identikit del turista medio nostrano, in una stagione estiva che promette temperature bollenti e prezzi tutt’altro che abbordabili.
L’inflazione, infatti, non risparmia le vacanze degli italiani. Se l’anno scorso a influire sulle partenze erano stati la recrudescenza del virus e l’andamento della campagna vaccinale, quest’anno ci pensa soprattutto il caro prezzi. Una stangata del genere sulle tasche dei cittadini, del resto, non si vedeva da 36 anni (solo a giugno, per dire, i rincari sui biglietti aerei hanno registrato, dice l’Istat, un aumento del 90% su base annua, e non vanno meglio neppure i traghetti, i noleggi auto o le sistemazioni in albergo). Così, se nel 2021 gli italiani che dichiaravano di rinunciare alle vacanze “per problemi economici” erano stati il 10,6%, quest’anno la quota di cittadini che resterà a casa anche nei mesi più caldi si è raddoppiata, attestandosi al 22%.
LE PREOCCUPAZIONI
L’inflazione, trainata dai rincari energetici, preoccupa il 74% degli intervistati. Una percentuale che scende al 55% se si cita il Covid-19 e si abbassa ulteriormente intorno al 47% se si parla di riscaldamento globale e del conflitto in Ucraina. Non tutti si preoccupano allo stesso modo: i giovani si dicono più colpiti dall’aumento dei prezzi e dal cambiamento climatico, mentre gli anziani guardano con maggiore timore alla guerra e al rischio di contagiarsi.
A trainare il turismo, soprattutto i cittadini provenienti dal Lazio. Gli abitanti della regione alzano la media del Paese dichiarando - per il 71% contro il 65% su base nazionale - l’intenzione di partire per le vacanze. Eppure i laziali sono i più allarmati dalle conseguenze dell’inflazione rispetto al resto del Paese. Nel loro caso il rialzo dei prezzi pesa sulla scelta delle ferie per l’87%, a fronte di un dato nazionale pari all’82%.
Tra le mete, anche nel 2022 il mare si conferma la preferita degli italiani.
I VIAGGI ALL’ESTERO
Se poi negli ultimi due anni il virus aveva incentivato il turismo di prossimità, ora gli italiani tornano a viaggiare anche all’estero, così come i cittadini stranieri hanno ricominciato a visitare il nostro Paese. Nel 2021 quelli usciti dai confini nazionali erano stati solo il 7%, mentre quest’anno la quota sale al 12,4%, soprattutto tra gli under 35.
Chi rimarrà in Italia farà comunque parecchia strada. Due italiani su cinque, infatti, percorreranno più di 500 chilometri per raggiungere la meta, oltrepassando i confini regionali. Quanto alle sistemazioni, al vertice delle preferenze restano gli alberghi, nonostante un balzo in avanti dei prezzi di circa il 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Subito dopo si posizionano le case vacanze. Un italiano su 4 le preferisce, soprattutto tra i più giovani.
«L’estate di due anni fa era stata di attesa e di forte timore, frenando la corsa alle prenotazioni. Un atteggiamento che si è ripercorso anche nel 2021. Quest’anno si sono affacciate nuove emergenze sociali, ma l’impatto non ha influito più di tanto sulla voglia di vacanze», dice Michele Ridolfo, fondatore e amministratore delegato di Wonderful Italy, l’azienda che ha commissionato il sondaggio. «Quest’anno - aggiunge - assistiamo a un riequilibrio delle tendenze: le destinazioni variano maggiormente rispetto al passato, si differenziano le tipologie di sistemazione e si torna a viaggiare in gruppo. Il tutto nonostante un quadro economico e sociale molto complesso e articolato».
Ultimo aggiornamento: Domenica 3 Luglio 2022, 10:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA