Covid Roma, nuova beffa sui tamponi rapidi: niente locali nelle Asl

Medici, nuova beffa sui tamponi rapidi a Roma: niente locali nelle Asl

di Camilla Mozzetti

Aumentano i medici di famiglia disposti a fare i tamponi rapidi ai pazienti (1.700 in tutta la Regione Lazio su 4.600 convenzionati) ma ecco che spunta una nuova grana: se prima bisognava aspettare l’arrivo dei kit, adesso che è partita la distribuzione dei tamponi mancano però i locali per svolgere i test.

Al crescere della disponibilità dei medici di famiglia e dei pediatri (dopo un’iniziale reticenza) non è seguita automaticamente la possibilità di sfruttare le stanze degli ambulatori. Spazi troppo piccoli, senza doppi ingressi o doppie sale d’attesa per garantire tutte le misure di sicurezza sono i principali intoppi che di fatto impediscono gli esami negli studi privati. Le singole Asl avrebbero potuto mettere a disposizione dei medici dei locali alternativi all’interno delle proprie strutture, come tra l’altro indicato anche dalla Regione Lazio, ma quelli esistenti sono pressoché tutti pieni. Morale? Si vira sui centri anziani (oggi chiusi agli utenti) e sulle parrocchie. 

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Le soluzioni

«Ho scritto al X Municipio per chiedere se avessero degli spazi da poterci concedere e ci hanno accordato l’uso di alcuni centri anziani», spiega il dottor Fabio Valente, medico di famiglia dell’Asl Roma 3. Valente è associato con altri 8 medici di base e tutti hanno dato la disponibilità a svolgere i tamponi ma nel suo territorio i locali alternativi dell’Azienda sanitaria locale non sono sufficienti e così «Abbiamo ritirato dall’Asl i kit e già sabato abbiamo iniziato il lavoro nel centro anziani di via del Sommergibile ad Ostia». In una sola giornata, nel cortile esterno del centro, sono state analizzate «una novantina di persone e sono emersi - conclude Valente - tre positivi, tutti asintomatici.

Abbiamo disposto le quarantene e i successivi approfondimenti». Oltre allo spazio messo a disposizione dal X Municipio in via del Sommergibile, ai medici è stato accordato l’uso di un altro centro a Ostia Levante in piazza Gregorio Ronca insieme ad un terzo nell’entroterra di Acilia. Anche nell’Asl Roma 2, la più grande della Capitale con oltre 1.500 medici di famiglia e più di un milione e mezzo di cittadini, i locali pubblici dell’Azienda sanitaria scarseggiano tant’è vero che «Sono stati messi a disposizione dei medici - spiega Pier Luigi Bartoletti, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale e vicepresidente dell’Ordine di Roma - undici centri anziani». 

Nei cortili delle chiese

 

In campo però scendono anche le parrocchie: «Don Fabrizio ci ha aperto le sue braccia - aggiunge Andrea Liberti medico di famiglia dell’Asl Roma 2 - la parrocchia di Santa Maria della Consolazione in via Aldo della Rocca si è messa a disposizione per farci eseguire i test e siamo in contatto con il Vicariato per capire se ci sono anche per altri colleghi parrocchie disponibili in zone diverse da quella dove opero, l’area di Villaggio Azzurro, Torrino, Mostacciano». La disponibilità crescente dei medici tenderà ad alleggerire - come previsto dalla Regione Lazio - il carico sui Sisp, i Servizi di igiene e sanità pubblica anche se il lavoro per loro non sarà azzerato. Sempre Liberti: «Abbiamo ricevuto i tamponi rapidi in saponetta, quelli cioè per i quali di fronte a una positività è necessario un tampone molecolare di conferma». Che non sarà svolto dai medici ma ricadrà sempre sui Sisp e dunque sui drive-in.
 

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Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Novembre 2020, 00:05
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