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CALCI PER UNA MASCHERINA
L’ultimo episodio di cui si ha notizia risale a quattro giorni fa: alle cinque del mattino, a Vigne Nuove, un autista del “310” è stato bersagliato di colpi da una gang di 5 ragazzini. Il motivo? Aveva chiesto d’indossare la mascherina. Non è un caso isolato. L’Italpol, la società di vigilanza delle fermate Atac, ha contato quasi 40 episodi di aggressione in un mese, tra giugno e luglio. «Il problema della violenza a bordo esiste da prima del Covid, ma ormai - spiega Claudio De Francesco, il segretario della Faisa Sicel - quasi tutte le zuffe sui mezzi pubblici avvengono per questo: calca, distanze non rispettate, mascherine non indossate dai passeggeri. Visto che l’azienda fa poco o nulla, ci pensiamo da soli».
Ecco allora le bombolette spray.
Un’idea circolata già tre anni fa, a dicembre 2017, dopo una sequela di risse tra Ostia e il Tuscolano: l’Atac presentò un piano «anti-aggressioni», che includeva appunto le bombolette urticanti per quasi 6mila autisti. La partecipata assicurava «la dotazione di spray al peperoncino da inizio 2018». Invece non se n’è fatto nulla. Il progetto riemerge ora, senza l’avallo istituzionale dell’amministrazione di Virginia Raggi, né della società dei trasporti. Se la vedranno, da soli, autisti e sindacati. Anche se maneggiare con troppa disinvoltura questi strumenti può essere pericoloso.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 26 Agosto 2020, 00:07
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