Covid, l'allarme dei medici: regole ignorate in un negozio e palestra su 4

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di Lorenzo De Cicco
Commessi senza mascherine, sanificazioni scadenti o mai messe in pratica, gel disinfettante introvabile, anche se dovrebbe essere accanto alla cassa o all'ingresso, per permettere ai clienti di pulire le mani prima di toccare la merce esposta. A Roma un'attività su 4 di quelle controllate dall'Ispettorato del lavoro ignora le regole dell'emergenza Covid. Norme fissate in protocolli, linee guida nazionali e ordinanze regionali, eppure imprudentemente trascurate, nonostante i rischi evidenti a tutti. Non a caso l'Ordine dei medici si dice preoccupato: «Certi comportamenti superficiali possono essere pericolosi, perché il virus circola ancora. E ignorare le norme fissate dagli esperti, peraltro consigliate anche dal semplice buon senso, potrebbe moltiplicare il contagio che oggi invece, nella regione, è sotto controllo».
Fino a un mese fa, gli ispettori del lavoro si erano concentrati sulle imprese rimaste aperte nella fase 1: supermercati, fabbriche, aziende. Da fine maggio sono iniziati i controlli su tutte le attività commerciali che si sono via via riattivate. Dai negozi alle palestre. Dopo oltre 250 ispezioni, il rapporto appena arrivato sulla scrivania del capo dell'Ispettorato del lavoro di Roma, Carmina Mancino, dice che quasi un'attività su 4 non rispetta i protocolli.

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LE VIOLAZIONI
Le irregolarità più frequenti? Sanificazioni mai fatte; assenza dei dispositivi di protezione individuale, come le mascherine o i guanti; mancanza di gel disinfettante per il personale e la clientela. Una carrellata di infrazioni che si è conclusa con verbali da 400 euro. Per le violazioni più gravi, l'Ispettorato può anche chiedere la chiusura dell'attività alla Prefettura. Per le palestre, l'ordinanza della Regione prevede che «dopo l'utilizzo da parte di ogni singolo soggetto, il responsabile della struttura assicuri la disinfezione della macchina o degli attrezzi usati». Ma è una pratica che non sempre viene rispettata, anzi. Chiunque entri in un negozio, si sa, deve indossare la mascherina: vale sia per i commessi che per i clienti. Ma è bastato controllare per notare che quasi il 25% delle attività aggirasse l'obbligo. «Un altro fenomeno che stiamo riscontrando - racconta il numero uno degli ispettori della Capitale, Mancino - è l'impiego illegale di personale in cassa integrazione. Un malcostume sempre più diffuso, anche per questo ci è stato chiesto di rafforzare la sorveglianza».

I RISTORANTI
I controlli dell'Ispettorato del lavoro finora non hanno riguardato bar e ristoranti. Ma sono le stesse organizzazioni di categoria a raccontare come molte delle direttive anti-Covid siano rimaste lettera morta. Per esempio l'obbligo di tenere copia dei clienti che prenotano. Le linee guida nazionali prevedono che il titolare del locale conservi gli elenchi per 14 giorni, un termine che la Regione Lazio ha innalzato a 30 giorni. Il motivo è facile da intuire, come ha ricordato anche il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) della Asl Roma 1: «In questo modo se fra chi ha cenato al ristorante c'è qualcuno che si scopre positivo, una volta avvisato il ristoratore, c'è la possibilità di rintracciare chi a quella stessa ora era presente nel locale». Eppure secondo le stime della Fiepet Confesercenti, nella Capitale solo il 10% dei clienti viene effettivamente memorizzato. Nove su 10, no. Altra regola poco praticata: la distanza di un metro fra convitati, un limite bypassabile unicamente dai conviventi. Ma anche qui, la responsabilità, dice la legge, «è individuale», per i ristoratori non c'è alcun obbligo di controllo. E di fatti ci si attovaglia il più delle volte gomito a gomito.
Secondo Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, «è rischioso ignorare le regole anti-Covid, purtroppo capita sia per responsabilità di certi gestori ma anche, spesso, per l'imprudenza dei clienti. Il virus circola ancora e rispettare le regole è l'unico modo per evitare che torni a moltiplicarsi».

 
Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Giugno 2020, 10:30
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