Lazio, tamponi obbligatori per tutti gli over 65: test una volta al mese

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di Francesco Pacifico

LA MISURA
Gli esperti dello Spallanzani sono convinti che il picco di contagi arriverà a metà novembre. Con la curva che potrebbe schizzare ancora di più verso l’alto, quando inizierà l’influenza di stagione. Anche per questo la Regione deve correre ai ripari: da qui la decisione di fare obbligatoriamente a tutti gli over 65 almeno un tampone al mese.

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PIÙ TAMPONI E PIÙ CASI
Ieri tra Roma e Lazio sono aumentati i tamponi, 26mila, ma anche i positivi (2.432 e 223 in più), i decessi (34 e 13 in più), mentre è calato il numero dei guariti (144 i guariti e meno 98). Soltanto nella Capitale i nuovi casi sono 1.247. Però, fa ben sperare che il rapporto tra positivi e i tamponi è al 9 per cento, mentre l’indice Rt, sulla capacità di contagiare del virus, è in calo a quota 1.29. Più in generale nel Lazio l’età media dei conteggiati è scesa con la seconda ondata a 48 anni, ma il maggiore numero dei decessi si registra nella fascia degli over70. Emblematico l’ultimo bollettino diffuso ieri dalla Regione: Si registrano quattro decessi di 79, 80, 86 e 90 anni con patologie. Nella Asl Roma 1 sono 456 i casi nelle ultime 24 ore, 440 nella Roma2 e 351 nella Roma, per lo più casi isolati a domicilio. Centosessantadue i casi individuati su segnalazione del medico di medicina generale. Tra i 13 decessi registrati nelle ultime 24 ore soltanto due rispettivamente 66 e 69, gli altri dai 74 ai 93 anni, tutti con patologie pregresse che il virus ha soltanto aggravato. Da qui la decisione di un’ulteriore stretta di natura sanitaria e sui controlli. Dalla Regione, infatti, è arrivata una determina che prevede di garantire almeno un tampone al mese (antigenico o molecolare) a tutti gli anziani e ai soggetti fragili (disabili e cronici) in assistenza domiciliare.

In totale 30mila persone, per la grandissima maggioranza (l’80 per cento) sopra i 65 anni. A farlo, già in settimana, saranno le strutture convenzionate che offrono le cure a casa. 


Ma questo è soltanto il primo step nel progetto. Entro la fine del mese la Regione approverà un’altra determina per organizzare un sistema di tamponi domiciliari (e obbligatori) per tutti gli over65. A farli dovrebbero essere medici di base e Uscar, le squadre sanitarie operative della Regione, su egida delle Asl e all’interno di un piano più generale per potenziare l’assistenza domiciliare. Nel quale garantire, accanto ai test, anche esami con scanner come le ecografie e gli elettrocardiogramma, screening e terapie di mantenimento per i malati cronici che in questa fase fanno fatica ad accedere agli ambulatori degli ospedali. 
Secondo l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, «tutto questo è necessario per garantire una sorveglianza e prevenire situazioni di positività all’interno di un contesto di maggior fragilità». Per quanto riguarda invece il primo step del progetto, i tamponi agli assistiti dell’Adi, «le Asl potranno inoltre richiedere ai soggetti erogatori accreditati di ampliare gli accessi a domicilio a ulteriori assistiti Covid-19».
Nel Lazio oltre un quinto della popolazione ha più di 65 anni. Prima del Covid, e sempre nella regione, c’erano 120,4 posti letto operativi per anziani ogni 10.000 persone in questa fascia d’età, compresi i presidi residenziali socio-sanitari e socio-assistenziali. Numeri che fanno capire, quanto questa fascia fragile sia centrale nelle dinamiche sanitarie del nostro territorio. La giunta Zingaretti da tempi non sospetti ha provato a mettere in campo soluzioni e strumenti per ridurre i rischi. Lo scorso ottobre il Tar del Lazio ha cancellato l’ordinanza regionale, che imponeva come obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale a ultra 65enni, soggetti fragili e personale medico. Una sentenza che però non ha cambiato i piani della Regione per mettere sotto tutela le fasce più critiche. 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 5 Novembre 2020, 15:22
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