Rissa in Costa Smeralda, preso a Monte Spaccato l'aggressore di un autista del 118

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di Alessia Marani

Quell'ambulanza ferma davanti alla discoteca per soccorrere una persona colta da malore gli impediva di entrare nel locale. E lui, di fare tardi e perdersi la serata al Just Cavalli, proprio non ne voleva sapere. Spazientito, in coda sulla sua Classe A in compagnia della fidanzata, 21 anni, è sceso, ha iniziato ad alzare la voce («me state a rovina' la vacanza») e ha preso a pugni l'autista del 118, Pietro Paolo Cossu, finito in ospedale con il volto tumefatto e una prognosi di oltre due mesi. Per quell'episodio, avvenuto la notte di Ferragosto in Costa Smeralda, venne dapprima ritenuto responsabile un romano di 32 anni, ora scagionato. I carabinieri della cittadina sarda, infatti, ieri, hanno denunciato Navid Gulmir Gul, meglio noto alle cronache come Gulli, 28 anni, nonché la sua ragazza. Secondo gli accertamenti condotti dai militari, coordinati dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, è lui, pakistano ma nato a Roma, l'autore del folle gesto. Un «personaggio conosciuto dalle forze dell'ordine e radicato nell'ambiente criminale della Capitale».

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LE INTERCETTAZIONI
Il suo nome compare tra quello dei 47 indagati nell'inchiesta Hampa della Dda di Roma, condotta dal nucleo investigativo di via In Selci, per avere partecipato all'associazione a delinquere del cosiddetto clan Gambacurta, che controllava il quartiere di Montespaccato e la periferia Ovest della Capitale. Personaggi che della violenza fanno il loro verbo.
In una intercettazione ambientale colta all'epoca dagli inquirenti, zio Franco Gambacurta spiegava proprio a Gulli che a Montespaccato non si può sparare senza il permesso di Gambacurta, che non si utilizza la violenza senza autorizzazione. Precisando che chi sgarra paga, subendo violenti pestaggi e «viene espulso» a vita dal quartiere. Riferendosi a Navid, che nel quartiere gestisce una pizzeria, Franco Gambacurta lo sollecitava a stare calmo, ad ascoltarlo, a non prendere iniziative che si sarebbero potute ritorcere contro la organizzazione «Gulli, devi sentire a me se io sto venendo ..Non puoi fare ci penso io. Gli faccio vedere io Moh ti prendi le soddisfazioni che vuoi...

Però devi essere calmo ed ascoltare le persone più grosse».

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Tornando ai fatti di agosto, il ventottenne romano è ora accusato dei reati di lesioni personali gravi e interruzione di pubblico servizio. La sua presenza al Just cavalli quella sera e sul piazzale esterno quando si è scatenata la rissa, è stata anche immortalata sui social, sulle pagine Facebook e Instagram dei partecipanti. All'epoca l'indignazione per il gesto fu molta, e sui social centinaia furono le minacce rivolte al misterioso autista dell'auto gialla, vistasi allontanare dal luogo. Fra l'altro la Classe A tentò di investire l'equipaggio nel frattempo accorso per aiutare l'autista. L'operatore sanitario subì la frattura scomposta del setto nasale.
L'OROLOGIO ROVINATO
Nessuno dei testimoni raccontò di conoscere quel turista, né dalla targa dell'auto gli investigatori, sulle prime, riuscirono a risalire al ventottenne romano, visto che la vettura risultava intestata a una società non riconducibile a lui in alcun modo. Essendo cosciente della gravità del fatto, Navid aveva accuratamente nascosto l'auto coprendola con un telone e lasciò l'isola pochi giorni dopo.


Agghiacciante la modalità del raid. Cossu, ancora sotto choc, raccontò all'epoca che ad accerchiarlo erano stati almeno in quattro e che tra questi c'era anche una ragazza che, nonostante lui fosse a terra pieno di sangue, era preoccupata solo del fatto che le si fosse rovinato un orologio da cinquemila euro.

 

Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Febbraio 2021, 07:48
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