Coronavirus, inchiesta al San Raffaele: «Mia madre lasciata morire, ci dicevano che non aveva sintomi»

«Mia madre lasciata morire, ci dicevano che non aveva sintomi»

di Chiara Rai
Stefano Giacomozzi non si dà pace, ripete che sua madre è stata lasciata morire da sola. Giuliana Capriotti aveva 88 anni ed è deceduta domenica mattina nella Rsa della clinica San Raffaele di Rocca di Papa. L'anziana è arrivata nella lungodegenza della clinica a febbraio, in seguito a un trasferimento dalla Ini di Grottaferrata. Le avevano impiantato un pacemaker, ma stava bene sebbene necessitasse di assistenza. A metà marzo la spostano nel piano Rsa, il 15 aprile la struttura comunica alla famiglia che la signora è risultata positiva al coronavirus ma «fortunatamente» è asintomatica e sta bene. Il 19 mattina la telefonata è di altro tenore. «Vostra madre è morta, condoglianze».

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Ha potuto vedere sua madre?
«Ho una sorella, una moglie e una figlia e nessuno di noi ha più visto mamma dall'11 marzo scorso. Il 15 marzo il personale della struttura ha vietato l'accesso nelle stanze della lungodegenza ma comunque gli portavamo la biancheria, i saponi, le creme lasciandole alle infermiere. Nessuno indossava le mascherine lì dentro».
 
 


Sempre o in una occasione?
«Non vedevo infermiere con la mascherina. È un dato che ho ben in mente perché essendo immunodepresso per un trapianto porto spesso la mascherina e mi accorgo se ci sono persone che dovrebbero portarla e non la indossano. Di fatti, ho dovuto rinunciare anche ad andare a trovare mia madre perché dal 1 febbraio non mi hanno fatto entrare a causa delle mie condizioni. Andavano mia moglie e mia sorella. Nessuno che ci desse comunicazioni precise».

Come è avvenuto il passaggio dalla lungo degenza alla Rsa?
«Prima della fine di febbraio abbiamo fatto domanda per il passaggio nella loro stessa Rsa, avvenuto il 28 marzo. Versato il deposito cauzionale, ben 1.780 euro, abbiamo fatto anche il contratto per televisione e lavanderia. Poco dopo è arrivata la richiesta di 300 euro per le spese sostenute i primi 4 giorni di marzo. Massima efficienza!».

Ha sporto denuncia?
«Stamattina (ieri, ndr), ai vigili urbani di Rocca di Papa. Ancora sto aspettando che mi facciano sapere di cosa è morta. Pensi che è stata l'agenzia funebre che ci ha comunicato il decesso per coronavirus avvenuto domenica alle 7,15».

Perché dice che il decesso è avvenuto per coronavirus? Lo ha chiesto?
«Sì. È stato orribile perché all'inizio lo abbiamo saputo indirettamente. Ho chiesto alle pompe funebri se mia moglie potesse portargli gli abiti per vestire mamma. Mi hanno risposto che non era affatto necessario perché mia madre, testuali parole, era stata messa in un sacco e poi direttamente nella cassa da morto. È così che funziona con i malati di coronavirus, mi hanno ripetuto».

E la clinica vi ha confermato il decesso per covid-19?
«Dalla clinica non abbiamo avuto alcuna comunicazione sebbene avessi scritto e chiesto delucidazioni. Insomma ci hanno tenuto all'oscuro a parte le due telefonate che ci hanno gelato il sangue».

Che vi hanno detto?
«Mercoledì 15 di aprile alle 18 ci hanno detto: Vostra madre risulta positiva ma è asintomatica la teniamo sotto controllo e la sposteremo in una struttura Covid. Domenica invece ci hanno comunicato che era morta. Non sappiamo quali controlli hanno fatto o che procedure abbiano attuato».

Sua madre dove si trova adesso?
«Mia madre sarà cremata domani a Civitavecchia, prima non era possibile. Vogliamo la verità, confidiamo nella giustizia».
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2020, 17:00
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