Coronavirus Roma, in Centro multato un romano su 3. La Regione: serve un’altra stretta

In Centro multato un romano su 3. La Regione: serve un’altra stretta

di Alessia Marani
C’è un terzo dei romani che proprio non riesce a evitare gli spostamenti. Ieri i “detective” della Regione hanno individuato ancora 408mila spostamenti tracciando la quantità di linee agganciate alle celle telefoniche. Adesso si scopre che nell’ultimo week-end i quartieri più gettonati sono stati il Centro storico e Prati dove, solitamente, durante il resto della settimana, con la chiusura di negozi non essenziali e uffici, regna pressoché il deserto. Segno che c’è ancora chi non resiste alla tentazione di un giretto all’ombra del Colosseo o nei dintorni del Vaticano, tanto che, seguendo i report dei controlli effettuati ogni giorno dagli agenti della Polizia locale, anche la direttrice Aurelia è tra le più battute dagli “io-non-restoacasa”. 

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È qui che è stata staccata la maggior parte dei verbali con denuncia, un terzo, per le infrazioni riscontrate. Mentre per il resto della settimana, come constatato anche dai caschi bianchi capitolini che continuano a verificare negli uffici le autocertificazioni mostrate dai fermati, i tragitti rilevati si concentrano in aree contigue e soprattutto periferiche: Casilina, Prenestina, Torbellamonaca, ma anche Nomentano e Tiburtino e l’Eur, dove si attesta il grosso delle violazioni alle misure di contenimento del coronavirus riscontrate dal lunedì al giovedì. Spostamenti che l’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato, a capo dell’unità di crisi anti-Covid, vorrebbe ridurre all’osso e per questo, ieri, ha chiesto un’ulteriore stretta al Comune di Roma aggiungendo che molti dei percorsi registrati dalle celle telefoniche riguardano gli spostamenti da e per il X Municipio, fino al mare di Ostia.

Insomma: anche qui D’Amato auspica verifiche costanti e più stringenti, sebbene ci sia da considerare che a influire su questi movimenti non c’è solo la voglia di una indisciplinata gita fuori porta, ma il fatto che molti dei romani che abitano sul litorale e nel suo hinterland, lavorano nelle aziende e negli ospedali più prossimi al Gra o all’aeroporto di Fiumicino. Così come lungo l’Aurelia si spostano anche merci e corrieri in arrivo dal porto di Civitavecchia. I dati elaborati evidenziavano nell’ultima settimana, rispetto al periodo ante crisi, ancora 527mila spostamenti giornalieri a fronte di 1,6 milioni tracciati a fine gennaio. La Regione, dunque, impegnata in uno sforzo senza precedenti sul fronte sanitario per arginare la potenziale ondata dei contagi da Covid-19, vorrebbe limitare e ridurre anche questa forchetta di “irriducibili”, il 75 per cento dei quali si muove attraversando più aree contigue e, dunque, non per fare la spesa o raggiungere il medico vicino casa. Uno zoccolo duro da cui dovrebbe essere scremato anche il più piccolo spostamento che avviene senza una valida giustificazione. 

Va detto, però, che allo stato attuale i quasi trentamila controlli giornalieri interforze disposti sul territorio capitolino (la metà dei quali effettuata proprio dai caschi bianchi) appaiono adeguati e la Prefettura non sarebbe intenzionata, a meno che le violazioni riscontrate invece di diminuire come sta avvenendo negli ultimi giorni comincino ad aumentare, a rafforzare i contingenti in campo, mentre potrebbe, appunto, essere rivista la mappatura delle verifiche e il posizionamento dei posti di controllo. 

Nell’ultimo week-end, a fronte di 30mila controlli, i vigili hanno denunciato 124 persone, una cinquantina per avere lasciato casa in auto senza validi motivi, di cui un terzo in Centro. Nell’arco dei controlli sono stati 950 gli agenti schierati, mentre nel fine settimana precedente, con mille uomini in strada, tra posti di blocco con incolonnamento dei veicoli e controlli a campione, le denunce erano state 200. Un trend al ribasso che indicherebbe che la maggior parte degli automobilisti e delle persone sottoposte a verifica sarebbero in regola. C’è un altro fattore: proprio per preservare più squadre possibili (e visto che altri compiti istituzionali al momento sono sospesi), sia all’interno della polizia locale, così come nelle altre forze dell’ordine, una parte del personale è in ferie in modo da garantire un turn-over qualora più unità finissero in quarantena. Per cui il dispositivo schierato attualmente, fino a ordine contrario, non sarà modificato in maniera rilevante. D’Amato non si arrende e lancia l’ennesimo appello ai romani per non vanificare gli sforzi fatti finora nella battaglia al nuovo virus: «Se non indispensabile, restate a casa». 
Ultimo aggiornamento: Martedì 31 Marzo 2020, 09:43
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