Fregene, la crisi mortale degli stabilimenti balneari: «Per noi zero finanziamenti»
«Con la pubblicazione a fine 2019 sul Bollettino regionale sembrava che i contributi potessero arrivare da un momento all’altro – spiega un gestore la cui struttura è stata colpita da una tromba d’aria – invece, nonostante la documentazione consegnata, non abbiamo più saputo nulla, non erano grandi cifre ma potevano fare comodo ora». Specie dopo un inverno complicato per la costa di Fregene Sud e per il resto del litorale, ancora una volta martoriato dall’avanzata del mare. Cabine, ristoranti, piscine, molto è stato danneggiato dalla forza delle onde con l’emergenza coronavirus a dare il colpo di grazia finale a una possibile risalita del settore.
Altra incognita non di poco conto è rappresentata dall’impossibilità per i gestori dall’ordinanza regionale di poter accedere agli stabilimenti e fare manutenzione: «Nessuno sembra rendersi conto del lavoro che c’è dietro spiagge pulite, attrezzate e pronte ad accogliere i clienti – spiegano a Federbalneari – non si allestisce un arenile in dieci giorni, ci vogliono mesi». Per questo la categoria ha sollecitato la Regione Lazio a poter riprendere quanto prima l’attività di manutenzione degli impianti. «Una decisione presa già da tempo da altre regioni come l’Emilia Romagna e seguita ieri dalla Liguria – aggiungono i gestori – del resto solo per togliere tutte le macerie lungo Fregene Sud e riparare i danni ci vorranno molte settimane. Sempre ammesso che ci si arrivi».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Aprile 2020, 10:27
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