Coprifuoco a Roma, i ristoratori: «Saremo costretti a chiudere». E alcuni già eliminano la cena

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di Flaminia Savelli

Un'altra scossa alle attività commerciali della Capitale. Con l'ultima ordinanza regionale di ieri che annuncia il coprifuoco dalle 24 alle 5 del mattino per il prossimo mese. E che anticipa, di fatto, le chiusure della ristorazione. Una doccia gelata, dopo la decisione di vietare il consumo al bancone di bar e pub dopo le 18. E ancora, gli ingressi contingenti nelle piazze della movida per limitare gli assembramenti. Una valanga di restrizioni che peserà, ancora, sulle casse vuote delle imprese locali che hanno accusato il colpo. Perchè senza i guadagni garantiti dall'afflusso dei turisti, restano i romani che entro la mezzanotte dovranno essere a casa.

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LE REAZIONI
Una fila di tavolini vuoti. Sale silenziose e camerieri che attendono l'ingresso di clienti: l'ordinanza era appena stata annunciata, ma lo scenario ieri sera mostrava già un centro vuoto. Con strade deserte e le prime serrande, di chi non ce l'ha fatta, abbassate. «Devono farci chiudere perché lavorare in queste condizioni è ridicolo» è il coro di voci dei ristoratori di Campo de' Fiori. Ieri sera, sui 10 locali in attività, si contavano appena 80 clienti. «È meglio sospendere - dicono - ma lo stato ci deve aiutare. Rischiamo di finire tutti in mezzo a una strada».

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Due locali della vicina via dei Baullari hanno già chiuso: «Il primo non ha retto all'urto del lockdown - spiega il titolare del forno sulla stessa strada - l'altro è chiuso da martedì». La passeggiata in un centro desolato, prosegue verso il Pantheon. Uno dei ristoranti di via del Seminario ha giocato d'anticipo: «Abbiamo cambiato tutti gli orari, la cena l'abbiamo tolta dal menù: ora siamo aperti dalle 12 alle 19. Con la curva dei contagi che continuava a salire e le restrizioni non aveva senso».
Vuoti e silenziosi pure i ristoranti eleganti di via Sant'Andrea della Valle. Ma le luci, qui, sono ancora accese e i tavoli ben apparecchiati.
LE ASSOCIAZIONI
Appena cinque giorni fa - il 17 ottobre - era stato aperto il tavolo di lavoro tra il neo prefetto Matteo Piantedosi, la sindaca Virginia Raggi e le rappresentanze commerciali.

Un incontro che si era concluso con una serie di contromisure da applicare contro la violenta crisi. Sul tavolo, anche le prime concessioni sulla Ztl. Con lo studio dell'apertura di tratti nella zona interdetta per facilitare l'accesso alle macchine nel Centro storico o un miglioramento della viabilità nelle aree limitrofe.

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«Non sapevamo nulla di queste ulteriori restrizioni - commenta Walter Giammaria, presidente di Confesercenti - dispiace molto. La sindaca e il prefetto - sottolinea - ci hanno chiesto collaborazione. Ma da parte loro non c'è stata. Anzi. Questa ulteriore restrizione è un altro colpo durissimo». Così come conferma Sergio Paolantoni, presidente Fipe Confcommercio: «Si tratta dell'ennesima difficoltà per il settore della ristorazione. A questo punto - dice - lavoriamo per sopravvivere, per tutelare i nostri lavoratori e le aziende. Siamo disposti a chiudere, se ci verrà garantito il sostegno».
flaminia.savelli@ilmessaggero.it

 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Ottobre 2020, 09:11
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