Coppia bruciata a Torvaianica, la criminologa: «Quei corpi su sedili diversi forse dati alle fiamme da vivi»

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di Michela Allegri
«In vari delitti l'utilizzo del fuoco per distruggere i cadaveri potrebbe avere uno scopo purificatore, ma in questo caso mi sembra difficile che possa essersi verificata questa circostanza». Sui due corpi trovati carbonizzati a Torvaianica a bordo di una Ford Fiesta, parla Flaminia Bolzan, criminologa, che si è occupata di inchieste di primo piano come il delitto di Luca Varani - che aveva portato in carcere Marco Prato e Manuel Foffo -, il caso di Elena Ceste, l'omicidio di Yara Gambirasio e il conseguente processo a carico di Massimo Bossetti.

Una delle piste seguite dagli investigatori è quella del delitto passionale. Pensa che, in questo caso, l'utilizzo del fuoco per distruggere i cadaveri possa avere una valenza simbolica?
«Rispetto all'utilizzo del fuoco penso che in questo caso si tratti di un escamotage per cancellare le tracce e ritardare l'identificazione dei cadaveri. In senso rituale, solitamente, per l'omicida le fiamme hanno un effetto purificatore, ma i contesti sono differenti».

In che senso?
«In questo contesto escluderei l'effetto purificatore del fuoco, in senso rituale. Difficilmente infatti nel delitto passionale puro ci può essere un esito di questo tipo. Le fiamme sono solitamente legate a contesti di tipo esoterico, oppure alle sette. Anche nel caso di Sara Di Pietrantonio, la ragazza uccisa nel 2016 dall'ex fidanzato Vincenzo Paduano, il cadavere era stato bruciato dall'omicida proprio a bordo dell'auto, e anche in quel caso lo scopo era soprattutto ritardare l'identificazione del cadavere».

Quali sono secondo lei i moventi più probabili in questo tipo di omicidio?
«È ancora troppo presto per ipotizzare come siano andate le cose. Non escluderei nessuna ipotesi: una ritorsione in danno di una o di entrambe le vittime, criminalità e, ovviamente, la pista passionale. Ma mancano ancora troppi tasselli. Sarà anche fondamentale l'autopsia per stabilire come siano morte le due vittime. Di primo impatto, posso dire che alcune circostanze mi sono subito sembrate particolari».

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Per esempio?
«È singolare che i due corpi non si trovassero uno accanto all'altro, ma fossero uno sul sedile davanti e l'altro sul sedile di dietro. La cosa più probabile è che siano stati uccisi e poi riposizionati in auto, ma il fatto che fossero su due sedili differenti potrebbe anche fare ipotizzare che siano rimasti incastrati dentro l'auto e che abbiano tentato di liberarsi passando dal retro. Proprio per questo l'autopsia e gli esami tossicologici saranno un tassello fondamentale delle indagini».
 


Perché consentiranno di ricostruire le dinamiche del decesso.
«E soprattutto permetteranno di stabilire se siano stati prima sedati o avvelenati, oppure uccisi con un'arma, o strangolati, e solo in un successivo momenti dati alle fiamme. Un dettaglio che avrebbe un impatto anche sul capo di imputazione: dall'omicidio semplice si passerebbe all'omicidio e all'occultamento di cadavere».

Tra le ipotesi degli investigatori c'è anche quella dell'omicidio suicidio. Pensa che sia plausibile?
«Questa mi sembra la pista meno verosimile di tutte, perché le modalità del delitto non rimandano a questo genere di condotta. Bisognerebbe ipotizzare che ci sia stato un primo omicidio e che poi l'assassino si sia ferito e abbia successivamente dato fuoco all'auto. Non mi sembra plausibile. L'ipotesi più probabile è che ci sia stata una mano terza che, dopo il delitto, abbia tentato di cancellarne le tracce».
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 15 Giugno 2019, 09:10
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