Carmine Garofalo morto a Regina Coeli, suo figlio Samuel è un attore. «Una rissa 3 giorni prima»

Roma, il pm indaga per omicidio. Il figlio del detenuto nel cast di Ozpetek

Carmine morto a Regina Coeli, il figlio è un attore. «Rissa tre giorni prima con il compagno di cella»

di Michela Allegri

Gli addii social, dai quali traspare tutto l’amore di un figlio e l’affetto, misto alla rabbia, della moglie. Sulla sua pagina Instagram, il giorno dopo la morte di Carmine Garofalo, deceduto nel carcere di Regina Coeli il 16 agosto scorso mentre era nella sua cella insieme a un compagno forse violento - che dopo i fatti non è stato trasferito di sezione - il figlio Samuel ha pubblicato una fotografia e un messaggio: «Ciao papà, ti voglio ricordare così, felice e spensierato, proteggici sempre». Samuel è un volto noto: attore in film e serie televisive. Ha esordito al cinema nel 2012 in “Anni felici” di Daniele Luchetti, ed è uno dei protagonisti della serie “Le fate ignoranti”, diretta da Ferzan Ozpetek, reboot dell’omonimo film del 2001. Anche la moglie, Sonia, ha ricordato Carmine Garofalo con un messaggio su Facebook, il 16 agosto: «Tra poche ore sarà il mio compleanno e chiedo a tutti voi di non farmi gli auguri. Poco fa è morto il padre dei miei figli, a cui avrei spaccato la testa per tutto quello che mi ha fatto, ma ho perso un pezzo di cuore, un fratello maledettamente incosciente, non voglio festeggiare niente».

Regina Coeli, il detenuto morto è stato ucciso? Carmine Garofalo aveva litigato con il suo compagno di cella tre giorni prima

IL RAPPORTO

Sembrava una morte accidentale, quella del detenuto, 49 anni, ristretto nella cella numero 24, nella sezione prima accoglienza del carcere romano. Il rapporto dell’istituto penitenziario parla di «decesso per cause naturali», circostanza che sembrava confermata dal primo esame effettuato dal medico legale. Dopo le dichiarazioni choc di altri due detenuti, che hanno detto di avere visto Garofalo afferrato alle spalle e poi soffocato dal compagno di stanza, però, la Procura di Roma ha disposto nuovi accertamenti autoptici. Il pm Edoardo De Santis indaga per omicidio e ha incaricato un pool di esperti di effettuare rilievi. È stato nominato anche un tossicologo, che dovrà stabilire se Garofalo avesse assunto stupefacenti, circostanza che, comunque, potrebbe mettere nei guai i responsabili dell’istituto penitenziario. Il caso è stato sollevato dalla Garante dei detenuti del Campidoglio, Gabriella Stramaccioni, che ha raccolto le dichiarazioni dei due testimoni, vicini di cella del quarantanovenne. I detenuti non sono ancora stati ascoltati in Procura: il magistrato attende i risultati dell’autopsia, per decidere come procedere.

L’ARRESTO

Nel fascicolo, per ora, non risultano indagati.

Garofalo era stato arrestato il 15 luglio scorso dai carabinieri di Ostia. Le accuse a suo carico erano tentata rapina e tentato omicidio: in un parcheggio, secondo gli inquirenti, aveva cercato di rubare alcuni attrezzi dal retro di un camper. Il proprietario se ne era accorto e lo aveva inseguito. Lui aveva tirato fuori un coltello a serramanico e - si legge negli atti - aveva colpito l’altro uomo al petto. La vittima aveva ricevuto una prognosi di 30 giorni e il quarantanovenne era finito in carcere. Dal 21 luglio fino al giorno del decesso, risultano sei segnalazioni a carico di Garofalo: atti di autolesionismo, gesti di protesta e, soprattutto, liti e risse «per motivi di convivenza forzata» con il compagno di cella che, sempre secondo i due detenuti, aveva problemi psichici e in passato aveva aggredito il precedente vicino di letto. L’ultimo litigio, tre giorni prima della morte, il 13 agosto.

Dal 2 agosto, inoltre, dopo un tentativo di impiccagione, Garofalo era stato sottoposto al regime di sorveglianza a vista. Nonostante questo, a parte i due compagni di sezione, al momento del decesso sembra non fosse presente nessuno. I detenuti hanno raccontato che il compagno di cella di Carmine è stato visto pulire il pavimento subito dopo e poi infilarsi a letto facendo finta di dormire. Il corpo di Garofalo è arrivato all’obitorio del policlinico Umberto I il 17 agosto: il motivo della morte è stato attribuito a un ictus. Il 24 agosto è stato celebrato il funerale. I familiari hanno avuto il via libera alla cremazione. Il 6 settembre, però, il corpo è stato sequestrato e l’8 settembre sono stati effettuati ulteriori accertamenti. I risultati dovrebbero arrivare in queste settimane. Nel frattempo, il cadavere resta a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il compagno di cella di Garofalo, invece, è rimasto nello stesso reparto: quello di prima accoglienza, con un regime di sorveglianza più elevato. Sorveglianza che, il giorno della morte, potrebbe non avere funzionato.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Febbraio 2023, 13:46
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