E i bambini giapponesi vanno in gita alla discarica di Malagrotta

E i bambini giapponesi vanno in gita a Malagrotta

di Francesco Pacifico
Dal Giappone in gita scolastica a Malagrotta. Per vedere come funziona il Tmb. Cioè l'impianto che vicino alla discarica ormai dismessa tratta i rifiuti indifferenziati di Roma e separa la parte umida da quella secca, che poi a sua volta diventerà anche combustibile per produrre energia. Non certo il Colosseo dove si sfidavano gli eroi romani, il bioparco a villa Borghese o il Luneur. Ma tant'è per la scuola giapponese di via della Casetta Mattei è una tradizione ormai consolidata portare i bambini delle elementari in visita didadittica nello stabilimento della Egiovi.

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Per la cronaca, all'estero - e non soltanto all'Amager Bakke di Copenhegen dove sul tetto si può sciare e allo Spittelau di Vienna disegnato dall'architetto Friedensreich Hundertwasser - c'è la fila di turisti e di scolaresche in gita agli impianti che trattano l'immondizia. Ma in Italia l'abitudine non ha ancora attecchito. Anche se ogni anno a Malagrotta passano studenti di ingegneria ambientale provenienti dalla India, dalla Gran Bretagna e dalla Germania. Fatto sta che una settimana fa i piccoli allievi - tutti giapponesi - hanno visitato gli impianti di Malagrotta, assistito ad alcune lavorazioni e fatto centinaia di domande nella sala riunioni agli ingegneri dell'impianto per capire come si trasformano i rifiuti che si ammassano nei cassonetti, dove vanno a finire e come si raccolgono. 

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I bambini sono rimasti entusiasti della visita. Lo ha scritto il presidente Tohru Taniguchi al commissario di Egiovi, Luigi Palumbo, raccontandogli che «gli alunni, pieni di entusiamo, hanno potuto approfondire quanto studiato sui banchi di scuola». Per concludere: «Per ognuno di loro questa esperienza è stata preziosa e sarà un caro ricordo nel cuore». Forte di questa esperienza, il commissario Palumbo sta organizzando il "Porte aperte a Malagrotta", una giornata per far visitare il Tmb alle scolareste e ai comitati della zona, e adottare il bosco della Massimina per riqualificarlo e restituirlo al quartiere.

 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Febbraio 2020, 17:44
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