Autisti aggrediti a Roma, è flop sicurezza: nuovi bus, ma niente cabine blindate

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di Alessia Marani
La beffa dei nuovi 227 bus dell'Atac, in arrivo al ritmo di 50 al mese: non hanno le cabine di guida blindate. Nonostante la continua escalation di aggressioni agli autisti, nonostante le richieste in tal proposito dei sindacati e le modifiche già apportate a circa 170 vecchi mezzi dirottati sulle linee notturne. La fornitura acquistata dal Comune di Roma tramite gara d'appalto della Consip, la Centrale acquisti della pubblica amministrazione, e poi ceduta alla municipalizzata dei trasporti tramite un diritto reale di usufrutto a titolo oneroso (circa 2 milioni di euro all'anno), infatti, prevede solo cabine chiuse dall'interno, ma non a prova di aggressione. «Se qualcuno colpisce il vetro con un martello o gli lancia un sasso contro - spiega Renzo Coppini, segretario generale Fast-Slm - l'autista non avrà una vera protezione».

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IL PASTICCIO
Ma come è possibile che dopo gli assalti a più riprese dello scorso anno ai lavoratori in uscita dal deposito di Magliana (solo per fare un esempio) e le 63 aggressioni già conteggiate dall'inizio del 2019 (dal Centro in periferia), nessuno abbia pensato a richiedere la blindatura dei posti di guida? «Un bel pasticcio - afferma Coppini -. A monte ci sarebbe un problema di omologazione. La società costruttrice non avrebbe passato il collaudo per questioni di peso, avrebbe dovuto togliere probabilmente qualche altro equipaggiamento e presentare un progetto ad hoc per passare il visto della Motorizzazione. Ma non è chiaro se, effettivamente, la cabina blindata sia stata esplicitamente una caratteristica richiesta nel bando o se la sua realizzazione sia stata negata dalla fabbrica».

IL SIT-IN E L'APP
Fatto sta che le nuove vetture che la sindaca Virginia Raggi sta inaugurando di quartiere in quartiere man mano che vengono messe su strada, non sono a prova di aggressione. E che, sebbene sia stato ultimato un appalto in tempi recentissimi, con tutta probabilità, si dovrà intervenire sui mezzi appena usciti dagli stabilimenti di produzione per apportare la modifica, con relativa omologazione. Un processo affatto breve e «abbastanza complesso», secondo i sindacati.

Intanto, stamani, gli autisti Atac si riuniranno in sit-in davanti al palazzo della Prefettura dalle 10 alle 12, durante le due ore di sciopero indette per invocare maggiore sicurezza. Mentre domani mattina, proprio a Palazzo Valentini, si riunirà il tavolo tecnico convocato dalla prefetto Gerarda Pantalone con i vertici di Atac, Campidoglio, Polizia locale e forze dell'ordine. Al vaglio del Viminale vi sarebbe la dotazione per i conducenti del trasporto capitolino di una App che, tramite telefonini di servizio, possa informare direttamente le sale operative di polizia e carabinieri, del pericolo in atto, con immediata geolocalizzazione dell'evento.
 
 
DOPPIO AGENTE
I lavoratori chiederanno anche videocamere e pulsante di sos direttamente collegati con polizia e carabinieri. Ma siccome prima dell'arrivo delle volanti potrebbe, comunque, trascorrere troppo tempo, Atac sta pensando anche a un doppio agente sui bus più a rischio, ovvero di rispolverare il già annunciato progetto di rimettere il bigliettaio a bordo, mai attuato per carenza di risorse. Allo stesso tempo c'è l'ipotesi di fare scortare le vetture dai vigilantes, come quelli già impiegati nelle metropolitane. Scorte che andrebbero a sostituire il piano in solitaria escogitato da alcuni dipendenti delle rimesse più pericolose, ossia quello di ronde in appoggio ai colleghi in servizio.
 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 26 Settembre 2019, 10:34
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