Ama, netturbini sotto inchiesta per i furti di gasolio: volevano anche il bonus per i km
di Michela Allegri
L'INDENNITÀ
Ma non è tutto. Perché l'inchiesta è destinata ad allargarsi, visto che dalle carte della municipalizzata è emersa l'esistenza di un vero e proprio sistema collaudato per sottrarre sistematicamente carburante all'azienda comunale. E c'è anche un nuovo profilo di indagine: tra i netturbini c'è anche chi ha ammesso di intascare pure «l'indennità per il raggiungimento della sede di lavoro», sempre pagata dall'Ama. «Abito alla borgata Finocchio, è lontano...», si sono sentiti dire, basiti, gli ispettori della municipalizzata dei rifiuti. E sono le nuove carte sulle quali farà accertamenti la procura, dopo la denuncia dell'ex presidente Bagnacani, che è stato rimosso dalla sindaca Virginia Raggi pochi mesi fa.
L'azienda comunale, dopo avere pizzicato i responsabili, non li aveva licenziati, ma li aveva sospesi per 19 giorni. Ma cinque di loro, nonostante la clemenza dimostrata dai loro superiori, avevano comunque proseguito i comportamenti illeciti. E così, dopo essere stati nuovamente ascoltati dalla commissione, la conseguenza era stata il licenziamento immediato.
LA DENUNCIA
Ad accorgersi dei furti di gasolio, due anni fa, era stato l'ex presidente Bagnacani. Confrontato il chilometraggio dei mezzi e le spese relative al carburante aveva scoperto che i conti non tornavano: c'era uno scostamento di circa tremila litri. Così sono partite le verifiche. In venti - tra il 2017 e i 2018 - sono stati denunciati in procura. Ma ora gli inquirenti attendono l'esito dell'ultima indagine interna dell'Ama, che riguarda i licenziati. Dagli accertamenti della municipalizzata, infatti, è emersa l'esistenza di un sistema: il gasolio veniva sottratto sia nei distributori aziendali, sia attraverso le card di servizio, che venivano lasciate incustodite.
«Le carte erano nell'ufficio, in un cassetto», ha raccontato uno dei dipendenti. «Il gasolio l'ho venduto ai conoscenti», ha ammesso un altro. E ha anche raccontato che molti altri colleghi facevano la stessa identica cosa: «Ho usato questa pratica a partire dall'aprile 2017 per 7 o 8 volte al mese. Effettuavo prelievi di 25/30 litri», ha aggiunto un operatore finito sotto inchiesta disciplinare. Su un punto erano tutti d'accordo: «Questo era un comportamento diffuso», «vedevo altri colleghi negli stessi distributori». Ora l'indagine della procura potrebbe arrivare a una svolta.
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Luglio 2019, 08:08
© RIPRODUZIONE RISERVATA