Covid Roma, «L'ago ci fa paura»: così migliaia di prof sono ancora senza il test sierologico

Roma, «L'ago ci fa paura»: così migliaia di prof sono ancora senza il test sierologico

di Lorenzo De Cicco e Camilla Mozzetti
Alla ripresa delle lezioni, il 14 settembre, a Roma solo metà di prof e maestre avrà in tasca il certificato di negatività al Covid-19. Ad essere ottimisti. L'indagine sierologica lanciata dalla Regione, partita in pieno agosto, ha fatto fatica a decollare. Soprattutto all'inizio: tanti insegnanti erano in vacanza, molte scuole erano ancora chiuse. E così, ad esempio, al liceo Caetani di Prati, i test su 115 docenti partiranno lunedì, dopo una circolare del preside che ha chiamato a raccolta tutti entro il 4 settembre. Al liceo Righi 30 docenti su 100 hanno fatto il sierologico «Sono negativi - spiega la dirigente, Monica Galloni - e abbiamo iniziato il 17 agosto, la volontà c'è ma ovviamente serve tempo per appuntamenti ed esami». All'istituto tecnico De Amicis-Cattaneo il preside Massimo Quercia spiega: «Molti docenti hanno fatto un po' di resistenza tant'è che ad oggi quelli che hanno fatto il test sono una quindicina su 50. L'8 settembre ci sarà il secondo turno ma non credo che l'adesione aumenti».

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Di fatto, l'accelerazione sui prelievi è avvenuta solo nell'ultima settimana. E le Asl, al netto dell'impegno straordinario di medici e infermieri, non riusciranno a completare il lavoro per la prima campanella. Molti insegnanti peraltro, raccontano gli esperti delle aziende sanitarie, si sono mostrati diffidenti nei confronti del test. Tanto che Rocco Pinneri, il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, l'ex Provveditorato, spedirà a breve una lettera a tutte le scuole per chiedere «la più ampia partecipazione». Che però rimane comunque volontaria. Nessun obbligo. «È questo il tallone d'Achille della campagna - commenta il numero uno dei presidi di Roma, Mario Rusconi - perché di fronte ad una situazione emergenziale si doveva decretare l'obbligo di fare i test».

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I NUMERI
Entrando nel dettaglio, nella Asl Roma 1 (che copre un territorio che va dal Centro storico a San Lorenzo, da Monte Sacro a Ottavia e Cassia) prevedevano 30 mila test sierologici per il comparto scuola: «Finora ne abbiamo realizzati 6 mila, altri 12 mila tra prof, bidelli e impiegati si sono prenotati per i prossimi giorni», racconta Paolo Parente, il dirigente dell'azienda sanitaria a capo dell'indagine. Tutti gli altri? Si sottoporranno al prelievo a lezioni iniziate oppure non lo faranno mai. «Abbiamo riscontrato una certa reticenza, al di là dei problemi logistici legati alle ferie».
Nella Asl Roma 2 (Tiburtino, Torbella, Appio-Tuscolano, Garbatella, Eur) altri 30 mila test previsti, gli esami sierologici sin qui realizzati sono stati 4.800, fa sapere Giancarlo Tesone, il medico che coordina lo screening. «In 11 mila si sono prenotati per la prossima settimana». Gli altri? «Molto probabilmente andremo avanti con i test durante le lezioni».

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La Asl Roma 3 (Ostia, Acilia, Magliana, Gianicolense) è arrivata a 1.600 test, su 15 mila previsti. «L'adesione è molto bassa, meno del 30% - dice il dirigente dell'azienda sanitaria, Aldo Benevelli - Molti insegnanti hanno paura dell'ago, del prelievo venoso, altri invece non vogliono perdere tempo. Forse questa operazione andava resa obbligatoria». Per accelerare i tempi scenderà in campo l'Uscar, l'unità speciale dei tamponi che sta già testando da ferragosto i passeggeri a Ciampino e Fiumicino. «Daremo priorità a chi è tornato dalle vacanze nei paesi a rischio», spiega Pier Luigi Bartoletti, il responsabile dell'unità speciale della Pisana. In tutto il Lazio, sono stati realizzati 17 mila test sierologici finora, spiegano dall'assessorato alla Sanità. Su 120 mila previsti quando è stata lanciata l'indagine, che coinvolge come detto, volontariamente insegnanti, bidelli, personale amministrativo e studenti disabili.
 
 

Ultimo aggiornamento: Sabato 5 Settembre 2020, 09:23
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