È caccia in Atac al o ai responsabili dello stop di lunedì della Metro B. Otto ore di tilt per un banalissimo danno alla rete elettrica aerea: è caduto un cavo, tra l’altro dopo il passaggio di un treno appena revisionato. Intanto, mentre aumentano i disagi per gli utenti, è scontro tra il Comune e la municipalizzata dei Trasporti per il rinnovo del contratto di servizio. In estrema sintesi, Atac chiede alla controparte 80 milioni di euro in più: le servono per pagare le forniture energetiche (carburanti in testa) dopo il picco dei prezzi. Il Campidoglio, dal canto suo, sarebbe anche disponibile ad allargare i cordoni della borsa: ma prima vuole controllare l’entità dei rincari - avrebbe fatto notare che i prezzi di benzina, metano ed elettricità scenderanno nei prossimi mesi - e ottenere in cambio più corse in periferia: quasi il doppio: precisamente 30 milioni di chilometri vetture in un solo anno. La stessa quantità affidata ai privati per il bando Tpl.
È stallo nelle trattative tra Campidoglio e azienda di via Prenestina sul nuovo contratto di servizio, quello che prevede quante corse Atac deve garantire sui mezzi di superficie e su ferro. Il contratto è già scaduto da un anno, ma visto le posizioni discordanti non è esclusa un’altra proroga.
LA TRATTATIVA
Come detto, il Comune vuole migliorare il servizio nelle periferie, anche perché le corse affidate ai privati si sono ridotte di circa un quarto nel corso dei quattro anni.
Le parti sono lontane, quindi si rischia una nuova proroga del contratto di servizio. Mentre la qualità del servizio continua a peggiore: L’Acos, l’Agenzia per il Controllo della Qualità dei servizi, ha stimato che nel 2021 le corse sono state ridotte del 5,5 per cento, mentre l’incasso medio - complice l’evasione - è passato da 1,83 euro per ogni chilometro percorso a 86 centesimi.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Novembre 2022, 00:08
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