Scontri ultras Stella Rossa-Roma: una spedizione punitiva dopo gli incidenti sull'A1 tra giallorossi e napoletani

Uno scontro armato che si è concluso con due tifosi romanisti, di 47 e 31 anni, feriti e trasportati all'ospedale San Camillo in codice rosso

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di Emiliano Bernardini e Flaminia Savelli

Vestiti di nero, armati di mazze e sassi hanno teso l'agguato a piazza Mancini, punto di ritrovo dei Fedayn Roma, i fedelissimi ultrà giallorossi. Così sabato sera al termine di Roma - Empoli si è consumata la vendetta della tifoseria napoletana. Il fuoco tra le curve, dopo gli scontri dell'8 gennaio nell'area di servizio di Badia al Pino, non si è mai spento. Anzi. Gli uomini della Digos e gli agenti della Squadra Mobile stanno ora ricomponendo tutti i pezzi delle galassie delle tifoserie. Perché i contorni, su ciò che è accaduto a piazza Mancini, sono inquietanti: sono stati 50 ultrà della Stella Rossa di Belgrado gemellati con gli ultrà del Napoli, a presentarsi nel fortino giallorosso. Sono sbucati all'improvviso, alle spalle dei romanisti che stavano rientrando dal match appena concluso. Uno scontro armato che si è concluso con due tifosi romanisti, di 47 e 31 anni, feriti e trasportati all'ospedale San Camillo in codice rosso. Uno dei due ha riportato un profondo trauma cranico. Cinque invece sono i fermati, tra cui un minorenne, su cui sono tutt'ora in corso accertamenti. Sono stati trovati in possesso di mazze e tirapugni e quindi sono stati denunciati a piede libero per possesso di oggetti atti ad offendere. Ma l'obiettivo, secondo gli investigatori, era un altro: il furto degli striscioni della Curva Sud. Quello del gruppo Fedayn e un altro, Brigata Roberto Rulli, tra i fondatori dello storico gruppo nato al Quadraro nel 1972.

LE INDAGINI

Un agguato in una giornata ad altissima tensione nella Capitale per il corteo degli estremisti che contestano l'applicazione del 41 bis per Alfredo Cospito. Una manifestazione che si è svolta tra piazza Vittorio e il Prenestino dove si sono concentrate le squadre della Digos proprio mentre a piazza Mancini si consumava l'aggressione.

A cui è seguita la reazione dei romanisti aggrediti. Come mostra un video diventato virale tra le chat degli ultras: «Ammazziamoli» gridano dopo l'iniziale smarrimento: «Ma chi c... sono questi?». Appena qualche istante però, perché poi è scattata la caccia al tifoso serbo.

I giallorossi fino alle sei del mattino hanno battuto tutte le zone sensibili della Capitale. Le tracce degli aggressori sono arrivate fino all'aeroporto di Fiumicino dove era in partenza un volo per Belgrado. Il gruppo di romanisti ha atteso in vano il loro arrivo: in realtà, la tifoseria serba era già diretta a Napoli. La conferma è arrivata solo ieri in mattinata. Come rivendicazione del blitz, con alcune immagini postate su Twitter. Intanto gli agenti della Digos e della Mobile hanno avviato le indagini sul pestaggio. Da quanto hanno ricostruito, la tifoseria serba della Stella Rossa era in Italia dal 31 gennaio. Prima tappa a Bologna e poi a Milano (tra Olimpia Milano e Stella Rossa Belgrado) per le partite di Eurolega di basket. Ma il vero obiettivo sarebbe stata la successiva tappa nella Capitale, per conto dei gemellati napoletani. Ancora: i poliziotti hanno sequestrato due video registrati dalle telecamere di sorveglianza di piazza Mancini. Nei fotogrammi è stata ripresa l'intera aggressione e il furto del borsone con gli striscioni dei tifosi romanisti. L'attenzione resta alta: gli agenti della Digos e della Mobile stanno ora monitorando tutti i canali delle due tifoserie coinvolte nell'agguato di piazza Mancini.

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Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Febbraio 2023, 11:42
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