Roma, precipitò in una buca per una grata dimenticata: un anno dopo il cantiere è ancora abbandonato

Precipitò in un garage per una grata dimenticata: un anno dopo nulla è cambiato

di Veronica Cursi
La foto di Tiziana è appesa lì, sulla cancellata di ferro di quel cantiere abbandonato al Portonaccio, a pochi metri da dove ha perso la vita a 37 anni. Morta cadendo in una buca che è diventata la sua tomba. Per una grata spostata e mai ripristinata.
Era il 9 agosto di un anno fa. Tiziana Laudani stava passeggiando di notte con un amico a largo San Giuseppe Artigiano, al Tiburtino, quando all'improvviso sono finiti in una buca, l'apertura di un garage sotterraneo mai completato al livello della strada. Avrebbe dovuto essere protetta da una grata, invece qualcuno aveva dimenticato di riposizionarla. Un volo di una decina di metri. Tiziana è morta sul colpo. L'amico, un cittadino algerino, si è miracolosamente salvato. Da allora, sul luogo della tragedia, nulla o quasi è cambiato.
 

LA LAPIDE
C'è una lapide messa lì per non dimenticare: «E' volata nel cielo la stella più bella». Ma, a parte il sorriso di Tiziana e i fiori che ogni giorno le porta la sorella, lì dov'è morta tutto è rimasto come prima. C'è ancora la stessa area, recintata da un cancellata di ferro dove sono indicati lavori in corso mai terminati. La buca in cui è sprofondata è stata ricoperta con una grata facilmente rimovibile. E la zona a ridosso del parco Ottoboni è ancora completamente abbandonata.
Abbandonata come si sentono i parenti di Tiziana che ancora oggi cercano giustizia. Perché se la condizione di quella strada «dove mancano ancora i lampioni, i marciapiedi sono disconnessi ed è facile incappare in qualche incidente» non è cambiata, è stata invece stravolta la vita di un'intera famiglia che in questo anno ha dovuto spiegare a un bambino disabile di 13 anni perché da quella sera d'estate la mamma non è più tornata a casa.
Tiziana è stata vittima del degrado e dell'abbandono che regnano al Portonaccio. Dopo la sua morte la procura ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e omissione di atti d'ufficio. Nel mirino della magistratura sono finiti i funzionari municipali addetti alla manutenzione e alla sicurezza delle strade. La costruzione di quel garage sotterraneo infatti risaliva a una convenzione stipulata tra il Comune e una ditta di costruzioni nel 2009. Quando la ditta era fallita aveva lasciato i lavori a metà, abbandonando il cantiere. Ma a qualcuno spettava la messa in sicurezza dell'area, invece nessuno era intervenuto neanche per far posizionare segnali di pericolo.
Una mancanza grave, viste le ripetute segnalazioni e denunce degli abitanti del quartiere. Quel mostro di cemento che doveva essere un parcheggio nel tempo si era trasformato in un residence per sbandati e senzatetto.

LA SORELLA
«Mia sorella è stata uccisa da una dimenticanza. La sua morte si poteva evitare», ripete ancora Ombretta a un anno di distanza e non si da pace nel vedere che ancora oggi quell'area è potenzialmente pericolosa. «Vado lì ogni giorno a portare i fiori a Tiziana, tempo fa mi sono persino accorta che qualcuno aveva divelto una parte della recinzione per accedere all'area. Non è bastata neanche la vita di mia sorella per cambiare le cose. Che altro serve? Siamo stati dimenticati dalle istituzioni e dalla giustizia. Ma quello che è accaduto a Tiziana non può e non deve essere dimenticato».
Così il 9 agosto, giorno dell'anniversario della sua morte, alle 18 sarà celebrata una messa alla chiesa di Sant'Atanasio e alle 19 a largo Giuseppe Artigiano, proprio lì dove Tiziana ha camminato per l'ultima volta, verrà posta una targa commemorativa. «Mia sorella aveva il diritto di vedere crescere suo figlio ed è per lei che non voglio mollare. Se n'è andata una parte del mio cuore. Ma manterrò sempre vivo il suo ricordo».
 
Ultimo aggiornamento: Sabato 5 Agosto 2017, 12:29