Il retroscena dell'ex M5S Grancio: «Al vertice finale sullo stadio arrivò anche l'ok di Grillo»
di Lorenzo De Cicco
«GLI AVVOCATI DI LIVORNO»
«Lanzalone e gli altri avvocati del suo studio - ricorda Grancio - erano presenti a tante riunioni». Questo del resto emerge anche dalle chat tra Virginia Raggi e i consiglieri grillini, pubblicate ieri sul Messaggero, dove la sindaca parla della vicenda Tor di Valle come di una «situazione esplosiva» e si rivolte agli «avvocati di Livorno», cioè a Lanzalone e soci che avevano già lavorato con la giunta Nogarin. La calata a Roma del superconsulente M5S, all'epoca, incuriosì i consiglieri pentastellati. «Insieme ad altri mi chiedevo a che titolo fosse qui - racconta la dissidente grillina - chi fosse a pagarlo per il lavoro che stava svolgendo così intensamente in Campidoglio». Era solo l'inizio, in realtà, di un rapporto con l'amministrazione Raggi che, nel corso dei mesi, sarebbe diventato sempre più penetrante, fino alla retata di mercoledì scorso.
SOTTO SILENZIO
Nei giorni caldi della discussione su Tor di Valle, prima che si arrivasse all'accordo con i privati, Grancio chiese all'Avvocatura capitolina un parere sull'impianto. «Chiedevo lumi su sette aspetti che riguardavano la portata urbanistica dell'operazione, ma che si concentravano anche sulla società di Parnasi». Quel parere, sostiene Grancio, «è stato secretato dalla Raggi. Mi sono sempre chiesta che motivo ci fosse per nascondere ai consiglieri comunali il documento. La verità? Ho invitato più volte la sindaca e la maggioranza M5S a tenere gli occhi aperti su Tor di Valle. Sono stata espulsa. Ora forse mi dovrebbero delle scuse».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Giugno 2018, 07:42
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