Roma, trascinata dalla metro, scatta la doppia inchiesta: il macchinista sotto torchio

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di Michela Allegri e Lorenzo De Cicco
Per la prima volta dall'incidente di mercoledì scorso, stamattina, Gianluca Tonelli rimette piede nella sede di Atac in via Prenestina. Il conducente della metro B che la sera del 12 luglio era alla guida del treno partito da Termini con una passeggera impigliata alle porte esterne e trascinata sulla banchina per decine di metri, è stato convocato dall'ufficio del Personale e oggi verrà sentito dall'azienda, che ha deciso di sospenderlo dalla paga e dal servizio dopo che gli ispettori interni hanno visionato il video in cui si vede il macchinista mangiare mentre fa ripartire il convoglio. La lettera di sospensione è partita dal quartier generale della municipalizzata sabato ed è stata notificata all'inizio della settimana.

IN FERIE
In attesa della contestazione disciplinare, subito dopo l'incidente il macchinista aveva chiesto alla partecipata del Campidoglio alcuni giorni di ferie. L'azienda dei trasporti nel frattempo ha aperto un procedimento disciplinare e nominato una commissione d'indagine col compito di ricostruire l'esatta dinamica della vicenda. In teoria la procedura potrebbe portare fino al licenziamento. Tonelli, da circa un anno alla guida dei convogli della linea blu, potrà fornire la sua versione davanti alla commissione o presentare una memoria scritta.

LA DIFESA
Alla polizia che lo ha interrogato, sentito come testimone subito dopo l'incidente, il dipendente dell'Atac aveva già fornito la sua ricostruzione dei fatti, spiegando di avere guardato dallo specchietto retrovisore e di non avere visto nessuno. «Tra il segnale sonoro e la chiusura delle porte trascorrono circa dieci secondi - ha detto agli agenti - ho visto lo spazio tra i vagoni e la linea gialla liberi, quindi sono ripartito».

Il macchinista, 45 anni, originario di Ostia, ha anche spiegato perché non si sia fermato nonostante il segnale di allarme, suonato dai passeggeri, lo avvertisse di un'emergenza in corso. «Quando ha suonato - ha messo a verbale - ero già da alcuni secondi dentro al tunnel. Non mi sono preoccupato perché so che il sistema si blocca nel caso in cui qualcuno rimanga incastrato e perché non avevo ricevuto alcuna comunicazione dal responsabile della movimentazione. Quindi mi sono fermato alla stazione successiva, oramai vicina, e sono sceso per verificare cosa fosse accaduto». «Sono avvilito per quello che è successo, ma non potevo accorgermi di quello che stava accadendo», ha detto Tonelli al suo avvocato, Francesco Compagna. Sarà lui ad accompagnarlo dai pm che seguono l'inchiesta in Procura e che hanno contestato al dipendente Atac l'accusa di lesioni colpose e di violazione delle norme sulla sicurezza.

I QUESITI
Nel frattempo, il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, che coordina il fascicolo, ha preparato i quesiti da sottoporre al perito che dovrà svolgere gli accertamenti tecnici sul treno sequestrato. Il consulente dovrà verificare in primis le condizioni e le funzionalità del sistema di sicurezza, le modalità di attivazione dell'allarme e il collegamento video e audio con la cabina di regia in cui era posizionato il macchinista. Il perito dovrà anche controllare lo stato di manutenzione del veicolo e analizzare i video estratti dalle telecamere di sorveglianza.

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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Luglio 2017, 08:27
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