Roma, «Chi ama non fa stalking», la lezione di Lucia Annibali agli studenti del liceo

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di Michele Galvani
«Sofferenza, solitudine, impotenza, frustrazione, tormento, dolore». Un amore violento. Al liceo classico Lucrezio Caro, al Villaggio Olimpico, c'è una lezione speciale. Non di latino o greco. Ma di educazione alla cittadinanza attiva e alla legalità, acronimo di Educal, cui partecipano l'Ordine degli avvocati di Roma, l'Anm e l'Ordine degli psicologici del Lazio. Professoressa d'eccezione, Lucia Annibali. L'avvocatessa di Pesaro sfregiata 4 anni fa con l'acido dal suo ex, Luca Varani (condannato a 20 anni) parla ai ragazzi come fosse una mamma, una sorella, un'amica con cui confidarsi. Davanti a giudici, avvocati e magistrati che hanno appena simulato un processo per stalking, racconta la sua esperienza come strumento di riflessione perché «io rappresento il passaggio dalla finzione alla realtà - si rivolge agli studenti - avendo vissuto una relazione tormentata che ha distrutto la mia personalità. Aver detto basta non è stato sufficiente. Questo soggetto, come lo chiamo io, ha ingaggiato due stranieri per farmi gettare dell'acido sul volto».
 
 


LO SCHERZO
Chi assiste è pietrificato, rapito dalle parole di una donna simbolo di dolore ma anche di riscatto. «La sofferenza è interiore, diventa fondamentale che ti venga riconosciuta. Oggi abbiamo l'occasione per interrogarci sulle conseguenze di quello che qualcuno di voi chiama scherzo, ma poi è difficile tornare indietro. Io porto una diversità fisica, mai essere superficiali». Utilizza frasi ad effetto, affinché restino scolpite nella testa dei giovani: «Se avessi lasciato sarei stata la vincente, non la perdente». I ragazzi si alzano in piedi, applaudono, quasi commossi. Hanno tra i 15 e i 18 anni, divorano la conoscenza davanti a chi ha saputo rialzarsi e guardare in faccia il futuro anche se hanno cercato di cancellarlo. Nessuna maschera, fuori e dentro. «Perché non hai capito chi fosse lui?», domanda una studentessa.
 



«Ci sono stati momenti di affetto, seppur nella menzogna. Lui aveva un'altra, con cui sta anche adesso e che è rimasta incinta. E' stata una storia di manipolazione, la gelosia non è mai un valore aggiunto. L'amore è altro». L'accusa, la difesa, il giudice, le toghe. Ci sono Costantino De Robbio, presidente di Anm Roma, il giudice Flavia Costantini, il pm Erminio Amelio, l'avvocato di parte civile Paolo Voltaggio, gli avvocati difensori Luca Zennaro, Riccardo Luponio e Michele Navarra, le due psicologhe Laura Evangelisti e Cristiana Guido, l'avvocato Marzia Cicchiello. Tutto con la supervisione di Samantha Luponio, responsabile del progetto che sta girando nelle scuole di Roma per informare 4.000 ragazzi su bullismo, stalking, cyber bullismo, sicurezza in rete.

I RACCONTI
Tutto sembra maledettamente vero. Tutto è finto. Da una parte c'è Sara, dall'altra l'ex fidanzatino di scuola Giovanni. Lei è passata dal sogno di un grande amore all'incubo di uno stalker: pedinamenti, umiliazioni, messaggi a tutte le ore. «Ho dovuto cambiare palestra dove facevo pallavolo, non avevo più vita sociale, mi controllava il telefono, mi seguiva, ha fatto dei fotomontaggi con la mia testa sul corpo nudo di un'altra e l'ha fatta girare a scuola con il mio numero di telefono. Senza contare che ha distrutto la macchina dei miei genitori». Giovanni si difende, con arroganza. «Io dovevo sapere dove stava, sempre. Ero accecato dall'amore, non mi dava occasione di spiegarmi. Per questo ho danneggiato la macchina. Le foto? Doveva pagare per quello che stava facendo». Giovanni ha anche degli amici complici. Il dibattimento dura quasi due ore, con scambi di accuse pesanti e qualche momento di ironia. A tratti sembra una fiction americana. Il giudice emette la sentenza: due condanne, un'assoluzione. Alla fine l'aula applaude. La preside, Paola Fattoretto, che sta sposando un «percorso di legalità», può dirsi orgogliosa di questi ragazzi. Gli alunni, dopo un'iniziale timidezza, fanno domande. «Come si fa a difendere uno che ha ucciso?», chiede una ragazza a uno degli avvocati difensori. «Ci ho pensato spesso - la replica - alla fine la risposta è che non lo so come si fa». Prossimo appuntamento domani, in altre due scuole.
 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Aprile 2017, 20:30
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