Roma, dagli omicidi all'usura: il clan Spada a processo

Dagli omicidi all'usura: il clan Spada a processo. In tutto ci sono 30 imputati

di Valentina Errante
Per la procura ci sono già le prove: il clan Spada può essere processato davanti alla Corte d'Assise. Giudizio immediato per i boss di Ostia finiti in manette lo scorso gennaio con accuse che vanno dall'associazione mafiosa all'omicidio, dall'usura fino all'estorsione. E il gip Cinzia Parasporo ha accolto la richiesta: alla sbarra, il prossimo 6 giugno, ci saranno Carmine, Ottavio, Roberto (per il quale tra l'altro comincia oggi un altro dibattimento, quello per l'aggressione ad un giornalista della Rai) e Armando Spada. Ma non solo. Nel lungo elenco di imputati, trenta in tutto, ci sono parenti e affiliati, fiancheggiatori, accusati di avere intimidito, estorto e collaborato con i boss.

I PENTITI
L'inchiesta della Dda, che sarà esaminata dalla terza sezione della corte d'Assise, era partita dalle dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia ed è andata indietro nel tempo fino agli anni 90. Fatti che adesso verranno esaminati al processo. A carico di trenta imputati, l'accusa è di associazione a delinquere di stampo mafioso: il 416 bis. Per la procura, l'«escalation criminale» della cosca è avvenuta attraverso omicidi e aggressioni, estorsioni e minacce. Una scia di sangue e delitti che avrebbe consentito al clan di accaparrarsi le piazze dello spaccio e il monopolio nella gestione degli stabilimenti balneari e delle sale slot del litorale. Carmine e Roberto Spada sono, tra l'altro, accusati di essere i mandanti del duplice omicidio di Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, avvenuto nel 2011. Un delitto che, per i pm, avrebbe segnato la consacrazione criminale della cosca.
Ai vertici dell'associazione, per i pm Ilaria Calò e Mario Palazzi, che hanno chiesto e ottenuto il processo, ci sarebbero anche i fratelli Ottavio, detto Maciste, e Armando Spada, insieme ai due Di Silvio, Nando e Francesco, attivi nel settore degli stupefacenti. Pure Roberto e Daniele Pergola, padre e figlio, avrebbero avuto un ruolo cruciale nell'organizzazione. Il primo ha un curriculum criminale di rilievo: è il Negro della Banda della Magliana. Mentre il secondo, sempre secondo i pm, «ha avuto da Roberto Spada in concessione esclusiva la zona di spaccio di Piazza Gasparri», dove non si può commerciare droga senza la benedizione del clan. Gli altri fratelli Spada, per l'accusa, sarebbero stati «organizzatori», con aree di competenza «a livello apicale». Armando, invece, avrebbe supportato la forza del clan anche in delitti contro la pubblica amministrazione. Mentre Ottavio Spada, detto Marco, specializzato in usura ed estorsioni, deve rispondere dell'omicidio di Francesco Antonini, detto Sorcanera, ma anche della gestione delle sale giochi e del mega giro delle slot.

INTERCETTAZIONI
Agli atti ci sono le intercettazioni, che danno la misura della capacità intimidatoria del clan. In una conversazione registrata, così si rivolgono a una vittima: «Ti dovrei spaccà solo la faccia... tu domani vieni e mi parli in faccia, perché io ti vengo a cercare, prendo tua madre tuo padre, hai preso la persona sbagliata... io te sto a dà un consiglio... ti faccio cercare da tutta Ostia... sai che vuol dì? Ti spezzo tutte le costole... io pijo le tenaglie e ti strappo i denti». Dello stesso tenore, lo sfogo di una vittima: «Questi non guardano in faccia a nessuno e se Romolo non avrà soldi ci ammazza tutti». E ancora: «Questo neanche ti minaccia, ti ammazza direttamente».
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Marzo 2018, 20:09
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