Roma, truffa bike sharing: smontato il sellino il mezzo è privato. Il servizio potrebbe cessare

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di Laura Bogliolo
Il concetto di condivisione vale soltanto sui social network dove persiste la frenesia di far conoscere e offrire agli sconosciuti ogni secondo della propria vita, anche se non particolarmente originale. Potremmo citare i selfie nelle discoteche romane, o sulle spiagge di Ostia, o quelli con duck face e fish gape. Ma quando si esce dalla realtà virtuale, un bene comune nella Capitale come le bici gialle oBike si trasforma in bene privato al grido di quello che è nostro in realtà è solo mio e ci faccio quello che mi pare. Ecco il bike sharing alla romana. Volendo restare in ambito informatico, è come se si decidesse di mettere un lucchetto a un servizio di cloud computing, una nuvola di dati condivisa che però decido di usare soltanto io.

Le premesse sulla cultura dell'egoismo e del menefreghismo che serpeggia nella Capitale, sono utili se si vuol capire perché decine di bici gialle sono prive di sellino.

INCIVILI SERIALI
La cinica voglia di avere tutto per sé spinge molti a svitare il sellino o altre parti della bici, portarsele in ufficio o a casa, impedendo così a chiunque altro di salire a bordo. Se si potesse leggere nella mente dell'incivile di turno che l'altro giorno ad esempio ha lasciato la bici senza sellino in piazzale Flaminio, in vicolo della Panetteria, oppure in via Claudia, dietro il Colosseo, ascolteremmo frasi come «e che mo me metto a cerca' Maria pe' Roma...», «chi tardi arriva, male alloggia...». Ed è così che il romano strafottente nega il diritto di usare il mezzo agli altri utenti che si trovano in zona.

Il vantaggio è chiaro: avere a disposizione subito una bici, senza doverla cercare sulla mappa dell'app oBike e, magari, fare la grande fatica (si fa per dire) di raggiungere a piedi un mezzo che si trova a qualche centinaio di metri. Un incivile seriale si aggira in particolare per il Nomentano: la bici senza sellino è stata avvistata su Circonvallazione Nomentana, via Ugo Balzani, largo Lanciani. A Prati invece i menefreghisti viaggiano in coppia: in via Federico Cesi sono due le oBike senza sellino, lasciate vicine vicine.

DECISIONE A FINE MESE
Il general manager di oBike Italia, Andrea Crociani, commenta: «Più si parla dell'uso negativo del servizio e più ci saranno persone che emulano comportamenti scorretti». Si riferisce ovviamente anche agli innumerevoli casi di biciclette danneggiate e lanciate nel Tevere. Tempo fa due ragazzi furono inchiodati: ebbero la geniale idea di filmarsi e condividere il video su Instagram.

Come frenare il fenomeno? oBike in realtà si basa su un sistema di controllo condiviso. Sono gli stessi utenti a segnalare gli incivili: i primi guadagnano punti (che si traducono in sconti), gli altri li perdono. In casi gravi vengono anche denunciati. «Quello che manca qui è la cultura del bene comune», denunciano i fans del servizio. Sono 4-5mila le bici gialle a Roma, fa sapere la start up che a fine settembre farà il punto sulla situazione per decidere se restare o mollare tutto come ha fatto a febbraio Gobee.bike, uccisa dal vandalismo cieco e dal mancato rispetto per il bene comune da parte del romano, che potrebbe riassumersi ricordando una delle più celebri frasi del marchese del Grillo. «Perché io so' io...».

laura.bogliolo@ilmessaggero.it
Ultimo aggiornamento: Martedì 11 Settembre 2018, 15:14
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