Omofobia, "Love is right": in piazza per chiedere pari diritti per i gay

Omofobia, "Love is right": in piazza per chiedere pari diritti per i gay

di Marco Pasqua
Una manifestazione per rivendicare pari diritti per le persone omosessuali e transessuali. Ma anche per contestare l'attuale legge contro l'omofobia, in discussione al Senato. "Love is right", lo slogan scelto dagli organizzatori (Arcigay, Arcilesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno, M.i.t, Associazione Radicale Certi Diritti, Equality Italia) che, oggi, hanno chiamato a raccolta il popolo Glbt, in piazza SS. Apostoli, per un pomeriggio colorata di arcobaleno (stesso colore scelto quest'anno per le luminarie di via del Corso). Un migliaio di persone con bandiere rainbow e cartelli che recitavano «Diritto all'amore, diritto alla vita», «tante famiglie, un unico amore», «l'omofobia danneggia gravemente te e chi ti sta intorno», si sono radunate di fronte al palco, per l'evento condotto da Vladimir Luxuria, storica militante per i diritti delle persone gay e trans. Tra il pubblico, oltre a molti politici vicini alla comunità Glbt (da Paola Concia a Sergio Lo Giudice), anche Mina Welby.



GLI INTERVENTI

Luxuria ha esordito citando Nelson Mandela, scomparso nei giorni scorsi: «È doveroso ricordare una persona che ha dato tutto per la libertà, e che ha permesso che oggi in Sudafrica il matrimonio sia per tutti: Nelson Mandela». E poi, sulla manifestazione: «È una giornata meravigliosa, una giornata primaverile, benvenuti a 'Love is right', perché l'amore è giusto ma è anche un diritto. Nessuno può permettersi il diritto di fare una classifica e decidere cosa è amore cosa non lo è in base all'orientamento sessuale». Luxuria non ha risparmiato una stoccata al Pd, in vista delle primarie di domenica: «Probabilmente vincerà Renzi – ha detto, dopo aver introdotto l'ospite, l'attrice Claudia Gerini - L'ho sentito a Sky, gli hanno chiesto cosa ne pensava del matrimonio gay, ed è emerso che il futuro segretario del Pd, un partito così importante, si sente timido su queste questioni. Ha detto poi che è a favore della civil partnership alla tedesca, manco i democristiani sarebbero riusciti a fare tanto poco, e a non sbilanciarsi così». Polemico anche il finale: «È inutile parlare di concessioni a metà - afferma l'ex parlamentare - cosa vuol dire potete fare tutto, tranne avere diritto alle adozioni? È come dire, come successo a Rosa Parks, potete salire sull'autobus ma essere costretti a cedere il posto ai bianchi».



Ha parlato di rispetto, Giordana Curati, della segreteria nazionale di Arcilesbica: «Rivendichiamo, oggi, il nostro bisogno di essere rispettati nella nostra dignità umana. Noi siamo qui anche perché persone fragili, giovani, si sono tolte la vita, perché sono state vittime di omofobia e perché non sentono di meritarsela la felicità. Quindi il nostro non dev'essere solo un grido di disperazione ma anche e soprattutto un grido di lotta. Dobbiamo essere europei per il rispetto dei diritti della persona umana, non solo per l'economia».



Molte le voci che si sono levate contro la legge che punta a contrastare l'omofobia – licenziata alla Camera, e in discussione in commissione giustizia al Senato. «Ci opporremo a quella legge perché fa un passo in dietro. Qualunque compromesso è inaccettabile», ha sottolineato la Curati. Del resto, l'opposizione formale alla legge era stata già decisa a novembre, nel consiglio nazionale di Arcigay, che aveva licenziato un documento di critica: «Il testo di legge Scalfarotto-Verini-Gitti contro l'omotransfobia, è un provvedimento anacronistico ed inadeguato, che malgrado le buone intenzioni di alcuni, sembra lontano dalla possibilità di un miglioramento». Ai manifestanti, in mattinata, era arrivato anche un messaggio di solidarietà di Nichi Vendola: «Alla comunita' che si riunisce a Roma per tornare a gridare le proprie ragioni vorrei aggiungere la mia voce, vorrei mandare un abbraccio forte. E alla vostra ribellione vorrei aggiungere la mia ribellione, la ribellione di chi comincia ad invecchiare, di chi ha i capelli bianchi e continua a vivere in un Paese in cui la miopia delle classi dirigenti, l'ipocrisia di chi ha abitato i vertici dello stato, hanno ferito gravemente i miei come i vostri diritti. E' davvero giunto il momento di riprenderci la parola, - ha concluso Vendola - ma di riprenderci per intero la nostra vita. Non solo la nostra vita privata, ma anche la nostra vita pubblica».



In piazza c'era anche uno stand con un gruppo di una decina di famiglie omogenitoriali, coppie lesbiche che hanno adottato figli all'estero ma che vivono in Italia. «Si tratta generalmente di esperienze positive di famiglie che non hanno trovato difficoltà nè con i pediatri nè con gli insegnanti. Solo in casi isolati, come in alcune scuole private, alcune famiglie di etero non hanno più riscritto i figli perchè sapevano che c'erano bambini di famiglie con copie omogenitoriali», spiega Tommaso Giartosio, rappresentante dell'associazione genitori omosessuali Famiglie Arcobaleno.



LA TESTIMONIANZA

Flavio Romani, presidente di Arcigay, ha ricordato le tante vittime di omofobia: «Ogni giorno ci calpestano, ci violentano, ci fanno del male, ci uccidono. Cercano di buttarci addosso a noi la vergogna di quello che siamo. Vorrei ripeterlo: non c'è alcuna vergogna di quello che siamo. C'è la possibilità di essere fieri di quel che siamo. Questa è una storia positiva, è una storia di Luce. È la storia di Giorgio».



Giorgio è un ragazzo di 15 anni che ha deciso di fare coming out, e la cui storia era stata raccontata dal portale Studenti.it: «Io mi sono dichiarato per la prima volta, soprattutto a me stesso, circa un anno e mezzo fa - ha raccontato parlando dal palco - Avevo il terrore di essere gay. Inizialmente mi sono dichiarato bisessuale, perché l'omosessualità era un tabù. Poi mi sono fidanzato con un ragazzo. E ho capito di essere gay. Quindi ho deciso di parlare con i miei amici, e nonostante tutto l'hanno presa bene. A febbraio sono entrato in Arcigay Torino. Sono nel gruppo giovani. Alla fine ho fatto coming con la mia famiglia. Ho deciso di dirlo a mio padre che non l'ha preso benissimo. L'omofobia è ancora molta. Sta migliorando ma in maniere troppo lento. Se tutti ci impegnassimo per la causa questa sarebbe vinta. Il problema sono le persone che credono che l'odio è la soluzione». Infine, un invito alle tante persone vittime di atti di bullismo: «Non arrendetevi mai all'omofobia è state attenti alla pioggia di meteoriti arcobaleno».



Oltre a lui, sul palco hanno portato la loro testimonianza i rappresentanti di alcune famiglie omogenitoriali, un disabile omosessuale e un volontario della Gay Help Line, la linea di assistenza alle persone gay e transessuali.
Ultimo aggiornamento: Sabato 9 Dicembre 2023, 15:08
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