Grata killer, Municipio sotto accusa: il buco era aperto e non segnalato

Video

di Adelaide Pierucci

Sulla tragedia di Portonaccio in procura per ora sembra esserci un'unica certezza: la responsabilità è del Comune di Roma se domenica notte una passante, Tiziana Laudani, 37 anni, madre di un bimbo di 11, è morta precipitando per dieci metri da un buco lasciato aperto sull'asfalto, per una grata sottratta e mai ripristinata. Nel mirino degli inquirenti c'è il Municipio, il quarto per precisione, che per competenza territoriale è responsabile delle strade del quartiere, compreso largo San Giuseppe Artigiano dove la voragine ha risucchiato la donna e il suo amico algerino Dalil Zouav nei garage sotterranei. Lui si è salvato per miracolo. Lei, come ha stabilito ieri l'autopsia, è morta sul colpo. Ora si attendono gli esami tossicologici per accertare se la vittima aveva assunto alcol o droghe che potrebbero averla resa meno pronta nell'evitare il pericolo, circostanza che i familiari escludono.
 
I REATI
Omissione di atti d'ufficio e omicidio colposo. Le ipotesi di reato a piazzale Clodio sono pronte. A breve quindi potrebbero finire iscritti nel registro degli indagati i funzionari municipali competenti che avrebbero dovuto vigilare e mettere in sicurezza il tratto, e che invece non sono intervenuti neanche per far posizionare segnali di pericolo. Una mancanza grave, viste le ripetute segnalazioni e denunce degli abitanti del quartiere. Nei prossimi giorni poi il pm Giuseppe Musarò, titolare dell'inchiesta, potrebbe disporre i primi interrogatori. Intanto ha eseguito un sopralluogo nella piazza, dove, accompagnato dagli uomini della polizia giudiziaria, ha accertato che la mancanza della grata non era segnalata. E che intorno al buco non erano stati messe paline di protezione.

IL DOLORE
Ieri un'altra giornata di dolore. In mattinata i familiari sono stati convocati in procura. Il compagno della vittima, Mario Pallotta, era stravolto: «Una morte assurda. Hanno lasciato incustodita una trappola della morte. Era meglio che succedeva a me...». Nel dolore lo strazio del pianto del figlio: «Voglio mamma. Dov'è mamma?». Il bambino con una disabilità grave, si faceva capire e si disperava a gesti. Nessuno ha avuto il coraggio di dirgli la verità. La zia, la sorella di Tiziana, provava a rassicurarlo. «Una disgrazia evitabilissima», ha detto l'avvocato Antonio Moriconi, che assiste la famiglia Laudani, «Bastava mettere transenne, divieti di accesso. Nessuna condotta imprudente da parte della vittima, ma la presenza di un pericolo pubblico, di una omissione clamorosa». Il buco era pure camuffato dall'erba intorno. Domani saranno fissati i funerali.
 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Agosto 2017, 14:51
© RIPRODUZIONE RISERVATA