Desirée, lo spacciatore arrestato: «Portavo le pasticche ai suoi killer»
di Michela Allegri e Camilla Mozzetti
Omicidio Desirée, arrestato lo spacciatore dei farmaci: è un romano di 26 anni
LE RICETTE
Un dettaglio insospettisce gli inquirenti: Mancini aveva a disposizione una grande quantità di medicinali. Alcuni testimoni hanno dichiarato che anche sua madre sarebbe malata, ma gli investigatori stanno già verificando se il pusher abbia utilizzato ricette false per riuscire a ottenere più sostanze. È stato fermato al Pigneto due giorni fa. Per il momento è accusato di detenzione e spaccio di stupefacenti, ma la sua posizione potrebbe aggravarsi. Oggi verrà interrogato a Regina Coeli dal gip. Il giorno dell'omicidio di Desirée, Mancini non era in via dei Lucani. Secondo gli inquirenti, non ha partecipato né allo stupro, né all'omicidio della sedicenne.
I TESTIMONI
A fare il suo nome, i testimoni chiave dell'inchiesta: Antonella, Muriel, Giovanna e Nasco ai quali l'uomo a volte vendeva gli psicofarmaci. Quando la sedicenne è stata uccisa, Mancini non si trovava nell'edificio: dopo lo scippo di una signora a San Lorenzo (episodio mai denunciato alle autorità) era stato aggredito, finendo poi all'ospedale San Giovanni con un cacciavite conficcato nella gamba. Una circostanza confermata anche da due testimoni intercettate nella sala d'attesa della Questura prima di essere interrogate: «Marco non c'era, il giorno prima l'hanno menato», dice Giovanna a Muriel.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Novembre 2018, 11:44
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