Usava le casse degli hotel nei quali lavorava come un bancomat personale e, per farlo, aveva escogitato un sistema ingegnoso insieme al suo compagno, fornitore delle strutture: un giro di fatture false, che ha fatto uscire dalle casse di una catena di alberghi di lusso addirittura 590mila euro. Sotto inchiesta, con l'accusa di truffa, sono finiti Federica Brachetti e Massimo Mantineo. Lei era una dipendente degli uffici amministrativi della società Sol Melià Italia Srl, con sede operativa a Roma, presso l'Hotel Villa Agrippina, un 5 stelle in via del Gianicolo. La donna aveva mansioni importanti: si occupava di registrare le fatture passive dei fornitori, predisporre i bonifici bancari per i pagamenti, contabilizzare i soldi in uscita e tenere la contabilità generale dell'Hotel Gran Melià di Roma. Mantineo, invece, è il titolare della società Le Primizie srl, fornitrice della struttura alberghiera da settembre 2015 a dicembre 2020. Nel capo di imputazione - la Procura ha chiuso le indagini a carico della coppia - si legge che la donna aveva «potere di accesso all'e-banking aziendale della società». E ne avrebbe approfittato.
LE CAUSALI
Avrebbe compilato una serie di fatture per operazioni inesistenti: nella causale veniva indicato «il pagamento di presunte forniture mai effettuate a favore della società alberghiera» - si legge negli atti - e, come iban beneficiario, veniva indicato quello del conto della Brachetti e della società Le Primizie. In questo modo, per l'accusa, «la donna avrebbe indotto in errore il direttore dell'albergo e il direttore amministrativo della Sol Melià Italia, che autorizzavano i bonifici nella convinzione che si trattasse di pagamenti per forniture ricevute e per debiti della società».
Secondo i magistrati, la donna avrebbe utilizzato il denaro incassato illegalmente per spese personali.
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E ancora: dagli atti emergono bonifici destinati virtualmente al pagamento di fatture di fornitori per spese che, in verità, erano state già saldate dalla società alberghiera. I soldi sarebbero stati usati «per il pagamento di 189 operazioni effettuate dalla donna», per 182.524 euro. Altri numerosi bonifici - per un totale di 370.094 euro -, sarebbero stati predisposti per pagare «presunte forniture rese alla società alberghiera dalla società Le Primizie srl». Anche in questo caso, il guadagno sarebbe stato usato per shopping, viaggi, bollette e anche per il noleggio di un charter nautico.
L'INTERROGATORIO
Dopo avere ricevuto l'avviso di conclusione delle indagini, i due indagati, entrambi assistiti dall'avvocato Cesare Piraino, hanno chiesto di essere interrogati dal pubblico ministero Francesco Basentini. «I miei assistiti contano di chiarire i fatti contestati», ha dichiarato il legale.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Aprile 2023, 08:54
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