Roma, Pallotta e quei finti camerieri nei locali: così i rampolli dei clan controllano gli affari di famiglia

Suv, Rolex, lussuosi appartamenti comprati o affittati tra Corso Francia e via della Farnesina: nei libri contabili i ruoli chiave

Ponte Milvio e quei finti camerieri nei locali: così i rampolli dei clan controllano gli affari di famiglia

di Alessia Marani

Suv, Rolex, lussuosi appartamenti comprati o affittati tra Corso Francia e via della Farnesina. Da anni gli inquirenti romani mettono insieme i tasselli che parlano della costante e pericolosa avanzata delle ndrine nel tessuto economico e sociale della Capitale, con rotta su Ponte Milvio. Nomi di rampolli delle cosche appaiono nei libri contabili di società e attività della ristorazione in qualità di lavapiatti e camerieri, ma in realtà fanno la "bella vita" tra fiumi di champagne e serate da mille e una notte, tradendo un tenore ingiustificato per i redditi (leciti) percepiti. Non è il Tevere che rischia di sommergere "Ponte Mollo" durante le piene, ma è un mare di cocaina quello in cui i romani rischiano di annegare mentre i clan si sfidano nella loro guerra silenziosa per spartirsi influenze, carichi e denaro. I beninformati lo sanno: per aprire un locale da queste parti devi chiedere il permesso. Avete mai sentito di una rapina o di un furto a un negoziante in zona? Probabilmente no e per chi è avvezzo a indagini sulla malavita organizzata questo è il segnale che qui non si può fare "rumore", garantendo una sorta di pax, tenendo lontani gli occhi indiscreti delle "guardie". Quando a dicembre un gruppo di sudamericani ha improvvisato il sequestro lampo di Danilo Valeri, il figlio 22enne di un narcotrafficante di San Basilio davanti al "Moku", il raid ha fatto sobbalzare più di una sedia. Con gli inquirenti non c'è mai stata collaborazione, il padre del ragazzo si sarebbe mosso per le sue vie. Il giovane è stato rilasciato e nessuno ha fatto denuncia.

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CHI SBAGLIA PAGA
Perché Adrian Pascu, giovane romeno, ma conosciuto come "l'albanese" è stato ucciso a bruciapelo nell'androne di un palazzo a Primavalle nel dicembre del 2021? È ancora un mistero. Ma il ragazzo lavorava al "Coco loco" di via Flaminia, luogo di incontro di criminali di rango vicini ai Senese, e dove era di casa il fu Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, capo ultras della Lazio, freddato su una panchina del Parco degli Acquedotti a Cinecittà nell'agosto del 2019. Forse a qualcuno non andava giù come Pascu gestisse il suo lavoro, magari togliendo spazio ad altri e quel qualcuno lo ha condannato a morte nel quartiere dove è più forte l'influenza dei Gambacurta egemoni a Montespaccato. Insomma, Ponte Milvio (con Pallotta) racchiuderebbe una geografia criminale in cui ognuno deve rimanere al suo posto. Chi sgarra paga.
Sui locali di pesce avrebbero allungato gli occhi (e le mani) le famiglie del litorale. Al "Tappezziere" il proprietario ha denunciato il tentativo di estorsione da parte dei Casamonica che volevano farne base per lo spaccio: cocaina venduta esentasse con tanto di scontrino.
 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Maggio 2023, 09:00
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