Leonardo Lamma morto in moto a Corso Francia, il pm: «È caduto da solo». La famiglia pronta a presentare ricorso

Per il consulente della Procura il giovane stava andando a una velocità troppo elevata

Leo morto in moto a Corso Francia, il pm: «È caduto da solo». La famiglia pronta a presentare ricorso

di Michela Allegri

Una velocità troppo elevata, forse una frenata improvvisa, poi la perdita di controllo del mezzo e una caduta fatale. Secondo il consulente nominato dalla Procura per chiarire la dinamica dell’incidente costato la vita al diciannovenne Leonardo Lamma, il 7 aprile scorso, avvenuto mentre viaggiava a bordo della sua moto lungo Corso Francia, il giovane non avrebbe sbandato a causa di una buca rattoppata male, come inizialmente ipotizzato dagli inquirenti. Il sospetto, invece, è che stesse viaggiando a una velocità non adeguata al tratto di strada percorso e, soprattutto, al traffico presente. Secondo la Procura, Lamma avrebbe attraversato senza conseguenze l’avvallamento sull’asfalto, mentre avrebbe iniziato a perdere il controllo del mezzo circa quaranta metri dopo.

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LA CONSULENZA

A effettuare la consulenza, incaricato dal pubblico ministero Attilio Pisani, è stato Antonio Moroni, vigile urbano, dipendente del Comune di Roma. Fondamentale, il video ripreso dalle telecamere dell’istituto paritario Gesù Maria di Corso Francia, che hanno immortalato il momento dell’incidente. Ora, l’inchiesta - ancora contro ignoti e aperta con l’ipotesi di omicidio stradale -, si avvia verso la richiesta di archiviazione. Una decisione contro la quale i familiari di Leonardo, assistiti dall’avvocato Antonio De Fazi, sono già pronti a presentare ricorso.

Per il legale, infatti, lo stesso video che per il consulente sembra smentire il nesso causale tra la presenza di asfalto sconnesso e il decesso, dimostrerebbe invece l’esatto opposto: «Dalle immagini emerge chiaramente che la perdita di controllo della moto è dipesa dalla sconnessione del manto stradale, più persone hanno sostenuto tale ipotesi, non ci aspettiamo una richiesta di archiviazione, ma una richiesta di rinvio a giudizio».

Leonardo era un caro amico di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, anche loro morte sullo stesso tratto di strada, dopo essere state travolte da un Suv. Avevano sedici anni.

 

IL VIDEO
 

Nel video delle telecamere di sorveglianza si vede il diciannovenne arrivare a velocità sostenuta, passare sopra il dosso, perdere il controllo della moto e schiantarsi sullo spartitraffico. Un impatto che gli è stato fatale: Leonardo è morto sul colpo. Per il consulente della Procura, tra il passaggio sull’avvallamento e la perdita di aderenza sull’asfalto la distanza percorsa dalla moto è stata di circa 40 metri: Leonardo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sembrerebbe avere sbandato a causa della velocità.

Altri due dati fanno propendere il magistrato per questa ricostruzione: la differenza di velocità tra la moto guidata dal giovane e le auto presenti nel video è notevole, e altri motorini sono passati nello stesso tratto senza avere avuto problemi. La buca si era aperta il 27 marzo ed era stata chiusa con un rattoppo provvisorio dieci giorni dopo. Il ripristino della strada era stato eseguito, come programmato da tempo, la sera dell’8 aprile, a poche ore di distanza dall’incidente. Un dato che, inizialmente, aveva insospettito gli investigatori.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Novembre 2022, 09:12
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