«Appena sarà possibile, io mi vaccinerò. Effetti collaterali sono ipotizzabili, come sempre su poiché ai 9 mila test molecolari classici il Veneto ha affiancato almeno altri 27 mila tamponi rapidi o anti-genici.ccede con un vaccino. Emerge che il 2 per cento dei volontari ha avuto la febbre? Le pare che questa prospettiva sia raffrontabile con il pericolo di contrarre un virus che sta causando molti morti?». Il professor Roberto Cauda è direttore di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma. Anche lui, come tanti scienziati, sta seguendo con attenzione la diffusione dei dati della sperimentazione dei vaccini in dirittura d’arrivo, in particolare i due che usano la tecnologia mRna, cioè Moderna e Pfizer-BioNTech (oggi nel Regno Unito comincerà la vaccinazione contro Covid-19 con quest’ultimo prodotto).
La rivista Science, in un articolo intitolato “L’opinione pubblica deve essere preparata agli effetti collaterali del vaccino”, parla della sperimentazione. Per Moderna il 2 per cento dei volontari ha sviluppato, per un giorno, la febbre alta; il 9,7 per cento affaticamento; l’8,9 per cento dolori muscolari; il 5,2 dolori articolari; il 4,5 mal di testa. Per Pfizer le percentuali sono più basse. In entrambi i casi, nulla di drammatico, ma se le persone non vengono seguite e informate, possono spaventarsi. Per questo, tutti gli esperti intervistati da Science concordano sulla necessità di trasparenza, «le compagnie dovrebbero avvertire i pazienti: ecco cosa ti potrebbe succedere, nel caso prendi il Tylenol per qualche giorno», dice Drew Weissman, immunologo dell’Università della Pennsylvania. Il Tylenol è un farmaco a base di paracetamolo.
Anche il professor Cauda sostiene che la prima regola è la trasparenza: «Come si fa con qualsiasi altro vaccino, bisognerà dire al cittadino: potrebbe venirti la febbre, potresti avere il mal di tesa, sono tutte reazioni normali. La fiducia si ottiene con la chiarezza. In questi mesi sarà decisivo aiutare gli italiani a vincere la diffidenza nel confronto di vaccini che, una volta autorizzati, saranno garanzia di sicurezza. Successe anche con il vaccino contro la poliomielite, quando Elvis Presley decise di vaccinarsi proprio per convincere gli americani».
Ieri sera vertice tra i ministri Roberto Speranza (Salute), Francesco Boccia (Affari Regionali), il commissario Domenico Arcuri e i rappresentanti delle Regioni per fare il punto sul piano per le vaccinazioni che partirà a fine gennaio. Resta lo schema con un hub per regione, l’obiettivo di 28 milioni di dosi nel primo trimestre, l’avvio con 2 milioni di operatori sanitari e socio sanitari da vaccinare e 4,4 di ultra ottantenni, la prima tranche di vaccini Pfizer, che devono restare sempre a meno 70 gradi, sarà consegnata direttamente negli ospedali. Quando saranno disponibili altri vaccini saranno usati anche palazzetti, fiere e farmacie per la somministrazione. Per trovare il personale, saranno coinvolti medici in pensione e specializzandi in medicina. Giovanni Toti (Liguria): «Il sistema di prenotazione sarà gestito centralmente dal commissario». Boccia: «Mai come in questo momento il rapporto di collaborazione con le Regioni e gli enti locali sarà decisivo».
Ultimo aggiornamento: Martedì 8 Dicembre 2020, 12:30
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