Governo: offerta di Salvini, dubbi del Colle

Offerta di Salvini, dubbi del Colle

di Marco Conti
Se la percentuale di gradimento di Sergio Mattarella sale (66%, fonte Piepoli), mentre i partiti continuano nelle «manifestazioni di body building» (fonte, Osvaldo Napoli, FI), vuol dire che la soluzione del governo di tregua diventa sempre più l'unica via possibile. Seppur complicata, irta di incognite e costellate di polemiche e distinguo, l'ipotesi guadagna sostenitori. L'obiettivo resta sempre quello di mettere su un governo che possa arrivare al 2019. In tempo per mettere al sicuro i conti pubblici, affrontare alcuni importanti appuntamenti europei e internazionali dove si discute di migranti e dazi e, magari, rimettere mano alla legge elettorale in modo da non ritrovarsi, dopo il voto, nella stessa situazione di oggi.

LE URNE
Malgrado continuino le scaramucce, nel Pd sono tutti «pronti - come sottolinea Maurizio Martina - a sostenere lo sforzo del presidente Mattarella». Un po' più implicita e articolata l'apertura della Lega. Matteo Salvini continua a giocare a nascondino con alleati e grillini. A questi ultimi ripropone un'alleanza, che il M5S ora esclude, mentre rassicura Berlusconi sulla volontà di evitare un ritorno a breve alle urne. Ragionamenti che Salvini fa al telefono anche con Matteo Renzi che, scongiurata l'ipotesi di un governo politico Pd-M5S e raggiunto il massimo di freddo con il Quirinale, sta ora facendo di tutto per cercare di aiutare il tentativo che Mattarella avvierà lunedì con l'ultimo giro di consultazioni.

Il piano A sul quale sta lavorando il centrodestra a guida Salvini, prevede un lavoro di convincimento su Mattarella affinché dia, come sostiene Ignazio La Russa, «un incarico a Salvini o per un altro se non va bene lui». Proprio sulla scelta di un «altro» che non sia Salvini, si pensa di raccogliere i voti necessari per fare almeno partire il governo. Quali? Toccasse solo a Berlusconi decidere non c'è dubbio che l'obiettivo sarebbe puntato sul Pd, ma Salvini non ne vuol sapere e i dem nemmeno. Proprio la mancanza di numeri certi impedisce a Mattarella di conferire «a Salvini o chi per lui», un incarico che rischia di diventare l'ennesima occasione per perdere altro tempo. Resta però il fatto che per ora, e in vista di un faccia a faccia che si dovrebbe tenere nel weekend, Salvini e Berlusconi continuano a dirsi contrari ad un governo tecnico che al Cavaliere ricorda molto il governoMonti.

Nei ragionamenti che si facevano ieri ad Arcore si avverte la convinzione che un esecutivo tecnico, con il M5S fuori dal recinto della maggioranza, sia pericoloso anche per Forza Italia, oltre che a riscontrare l'ostilità della Lega. Con il M5S che esclude sostegni al tentativo del centrodestra e il no del Pd ad esecutivi politici, il piano A di Salvini rischia però di cedere presto il passo alla soluzione che Sergio Mattarella potrebbe proporre martedì dopo il terzo giro di consultazioni. Ovvero un esecutivo del presidente destinato a presentarsi in Parlamento di fatto senza rete.

Pronto in un certo senso ad appellarsi al senso di responsabilità degli eletti, alla voglia dei tanti di non tornare a casa. O quantomeno a quella parte di parlamentari che considerano pericoloso per il Paese tornare al voto a fine settembre per poi ritrovarsi, punto più punto meno, nella stessa situazioni di oggi. Malgrado al Quirinale sostengano di non avere ancora valutato i possibili profili, i nomi dei possibili premier ad alto profilo tecnico, cominciano a girare. Si va da Cottarelli al giurista Lattanzi, passando per Cassese, Cantone o gli economisti Andrea Sironi e Domenico Bodega.

LA FIDUCIA
La caccia al possibile presidente del Consiglio, che non sia riconducibile a nessuno degli schieramenti, non sarà facile ma il tentativo è in atto. I nomi dei possibili ministri, come il programma, dovrebbe rappresentare la garanzia per tutti i partiti. Un governo a tempo, pronto a farsi subito da parte qualora i partiti trovassero un accordo nel corso della legislatura. Malgrado il muro eretto nelle ultime ore, al Quirinale c'è chi non ha perso del tutto la speranza che anche il M5S possa sostenere un governo del presidente.

Il tentativo non si annuncia facile e privo di rischi anche istituzionali. Non a caso c'è chi sostiene che un governo guidato dall'attuale presidente del Senato, Elisabetta Casellati, esporrebbe meno il Quirinale dai rischi di una possibile bocciatura in Parlamento di un esecutivo guidato da un premier scelto dal Colle. Ma la sensazione è che, dopo due mesi e mezzo di tentativi falliti, Mattarella abbia intenzione di porre fine alle farsa inscenata dai partiti che parlano tanto ma si capiscono poco.
Ultimo aggiornamento: Sabato 5 Maggio 2018, 10:30
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