La tenaglia renziana su Martina: se vedi i grillini addio segreteria

La tenaglia renziana su Martina: se vedi i grillini addio segreteria

di Nino Bertoloni Meli
«E che facciamo, ci sediamo al tavolo, quello, Giggino, ci dice sì a tutto purché faccia il premier, e noi restiamo con il cerino in mano? Non se ne parla». E' la sintesi di un partecipante alla riunione dei renziani , alla presenza di Matteo Renzi, nello studio della famiglia Marcucci. Il vero caminetto del Pd attuale, un vero e proprio gabinetto di guerra. I presenti: oltre all'ex leader, Boschi, Bonifazi, Lotti, Delrio, Marcucci, Rosato, Guerini, Orfini. Giglio magico allargato, con Delrio che entrando dice «noi parliamo e stiamo parlando a tutti i dirigenti del Pd», quindi anche a Franceschini e Orlando. Ci sono tutti, tranne uno: Maurizio Martina. E subito si capisce che la riunione non è proprio di routine. E infatti: sul tavolo ci sono le aperture di Di Maio e, intrecciate ormai da giorni, le vicende interne al Pd che ha convocato l'assemblea nazionale il 21 per eleggere, o meno, un nuovo segretario.

Per Martina sembrava fatta, strada in discesa, semi accordo con Renzi, il 21 da reggente diventa segretario. Ma la crisi, e la salita al Colle, hanno complicato le cose. Già c'erano alcuni pasdaran renziani che non si fidano di Martina e vorrebbero candidare uno loro, ma dopo che il reggente è stato zitto e muto per ore prima di dire qualcosa sulla polpetta avvelenata dimaiesca, le perplessità e i mugugni si sono infittiti. Neanche le minoranze se la sentono di dare credito alla tattica M5S di usare il Pd per premere sulla Lega. Dal gabinetto di guerra renziano arriva il pressing sul reggente, del tipo «dì qualcosa di anti grillino», e in serata viene annunciata una presa di posizione martiniana finalizzata al niet, purché non sembri sgarbo a Mattarella. La posta è fin troppo evidente: se Martina non chiude al M5S, può dire addio alla segreteria. I renziani prospettano anche di non eleggere un segretario il 21 e di convocare il congresso straordinario. Ma l'opzione che passa è un'altra: ok Martina segretario, ma con un vice unico nella persona di Luca Lotti, e con garanzie sulla linea politica. Invece che un Pd derenzizzato, un Martina renzizzato. Passerà?
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Aprile 2018, 10:10
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