Primo maggio, sindacati in piazza per la sicurezza: «Più investimenti»

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«La somma di mancati investimenti e precarietà ha determinato disattenzione alle norme di sicurezza» sul lavoro. «Ancora troppi insistono a dire che sono dei costi e devono essere tagliati», ma non è così: lo ha sostenuto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, dal corteo del Primo maggio a Prato, dedicato alla salute e sicurezza sul lavoro. «Non ci sono investimenti su questo tema. Nonostante tanta tecnologia, non la si usa per creare le condizioni di sicurezza. Inoltre c'è tanta ricattabilità che deriva dalla disoccupazione e dalla precarietà», ha aggiunto Camusso. L'aumento dei controlli, ha concluso, «è una delle strade per risolvere il problema».

«Tredicimila morti sul lavoro negli ultimi dieci anni sono il tributo che abbiamo pagato e che non vogliamo pagare più. Basta, non si può e non si deve morire di lavoro», ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dal palco, lanciando «un appello forte che oggi si leva da tutte le piazze italiane, dal nord al centro, al sud». Un appello rivolto alle imprese, ma anche alle istituzioni, ha aggiunto Furlan, sostenendo che «l'Italia deve ripartire dal lavoro e dalla sua sicurezza».

Ci sono «troppi morti sul lavoro per il profitto in questo Paese.
Dobbiamo fare in modo che questo cambi, altrimenti avremo altri morti sulla coscienza», ha aggiunto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo. Per questo, ha aggiunto, «non dobbiamo fermarci ma andare avanti con la nostra battaglia, per un lavoro sicuro». Barbagallo ha anche rimarcato che «l'Italia è l'unico Paese a non avere una strategia nazionale sulla sicurezza» e che, quindi, va definita e attuata.


 
Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Maggio 2018, 16:10
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