Decreto semplificazioni: treni, strade e aeroporti, la sfida è nel Mezzogiorno

Decreto semplificazioni: la sfida è nel Mezzogiorno tra treni, strade e aeroporti

di Nando Santonastaso
È la sfida che, se vinta, permetterebbe davvero al Mezzogiorno di essere dentro l'Europa, dopo anni di ritardi, trascuratezza, assenza di volontà politica. Italia veloce, il piano delle opere del ministero delle Infrastrutture e Trasporti coniugato in chiave meridionale, è forse l'ultimo tentativo di agganciare il Sud al resto del Paese, completando una cartina geografica che finora alla voce alta velocità non va oltre Napoli. Nelle slides che accompagnano l'allegato infrastrutture del Pnr e del Decreto semplificazioni, quelle linee ora, si vedono. Perché diventino anche assi ferroviari e stradali veri e propri bisognerà vincere, appunto, la sfida. E per farlo non ci vorrà poco anche se, a guardare il bicchiere mezzo pieno, motivi di fiducioso ttimismo non manca.

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Non è un caso, ad esempio, che nel presentare gli interventi sulla mobilità considerati strategici e dunque da accelerare al più presto, il premier Giuseppe Conte sia partito proprio dal potenziamento tecnologico della linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria che diventerà un nuovo asse di alta capacità e velocità, annunciando tra l'altro che la progettazione di fattibilità è ormai dietro l'angolo. L'obiettivo è di ammodernare una linea strategica che peraltro, solo da pochi giorni, è interessata dai primi collegamenti di lunga percorrenza Nord-Sud. Ma a che prezzo: il primo Frecciarossa partito da Torino è arrivato nel capoluogo calabrese 11 ore dopo, zavorrato da una serie di fermate intermedie che ne hanno sicuramente appesantito i tempi. Perché la priorità indicata dal governo diventi più competitiva occorre ora che la tratta compresa tra Salerno e Reggio Calabria non sia più una rete ferroviaria normale per cui la velocità resta, cioè, quella di sempre ma sia trasformata tecnologicamente in una rete veloce a tutti gli effetti. Il problema non è più di risorse o di scarsa convenienza economica, come per molti anni si è ragionato a proposito delle utilità di investire anche al Sud nell'alta velocità. Lo scoglio politico sembra ora superato, il resto dovrebbe essere finalmente possibile.

Sono poco meno di un terzo delle 130 opere inserite in Italia veloce (più precisamente 110 opere e 20 programmi di opere) quelle ritenute di interesse strategiche per il Mezzogiorno. Non più solo la Napoli-Bari, dunque, per la quale continua ad essere vincente la gestione commissariale affidata all'azienda ferroviaria che ha permesso di rilanciare progetti già finanziati e tempi di esecuzione, grazie anche alla stretta collaborazione con la regione Campania. Lo sblocca-cantieri, peraltro, conferma tra le priorità anche il raddoppio e la velocizzazione di assi ferroviari connessi alla grande opera, come la Cancello-Frasso Telesino-Vitulano-Apice e la Orsara-Bovino-Cervaro, con la nuova tratta di valico Apice-Orsara. Per restare in tema ferroviario ci sarà anche spazio per la nuova linea che collegherà Matera a Brindisi, nell'ambito del potenziamento del collegamento che attualmente unisce Taranto, Metaponto, Sibari e Paola. Per la cosiddetta direttrice ionica si è attualmente in fase di revisione del progetto mentre per la Battipaglia-Potenza-Metaponto-Taranto si è già in progettazione di fattibilità. Nell'elenco delle priorità figurano anche opere ferroviarie decisive per ridurre il gap infrastrutturale della Sicilia, una delle regioni più penalizzate dall'assenza di collegamenti interni adeguati. Non c'è il ponte sullo Stretto, che peraltro sembra comunque annunciato alla luce dei progetti dell'alta velocità al Sud appena descritti. Ci sono però il nuovo asse ferroviario Palermo-Catania-Messina, e il raddoppio con velocizzazione della linea Messina-Catania-Siracusa.
 

Per le infrastrutture stradali si conferma la centralità della statale Jonica, già al vertice delle priorità del Piano nazionale infrastrutture aggiornato dalla ministra Paola De Micheli, per la quale si procederà alla nomina di un commissario (sarà uno dei cinquanta annunciati dalla stessa ministra ieri in conferenza stampa). Per la fondamentale arteria stradale che collega Puglia, Basilicata e Calabria è n pieno svolgimento il completamento del terzo megalotto all'altezza di Roseto Capo Spulico. Altre arterie al Sud al centro delle priorità dei cantieri saranno l'adeguamento a quattro corsie della statale 372 del Sannio, la riqualificazione della Basentana, la messa in sicurezza della statale Melfi-Potenza, l'adeguamento dei collegamenti tra Matera e Bari attraverso la statale 96, la manutenzione dell'autostrada Palermo-Catania, l'itinerario Ragusa-Catania e il potenziamento della statale Domiziana per la quale è già in corso la revisione del progetto.

Oltre a tutto ciò ci sono anche priorità per gli aeroporti. Sarà rivisto il progetto della nuova pista dello scalo di Catania, fino allo scorso anno al primo posto per incremento di passeggeri in Italia. E ci saranno interventi per le dighe della Sardegna, per il settore idrico e idrogeologico, anche questi quasi interamente coperti dai finanziamenti. Italia veloce mostra infatti di tener fede al suo obiettivo perché i 166 interventi definiti prioritari dispongono già di 131, 3 miliardi rispetto al fabbisogno complessivo degli investimenti pari a 196,7 miliardi. All'appello ne mancano, insomma, 65,4 che potrebbero essere coperti dai Fondi europei. E questo vorrebbe dire che la sfida può stavolta essere vinta. 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Luglio 2020, 11:02
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