Cottarelli in taxi al Colle: la sua chiave è la serenità

Cottarelli in taxi al Colle: la sua chiave è la serenità

di Mario Ajello
Un pezzo di tragitto in  taxi e un pezzo a piedi. Così Carlo Cottarelli, il nuovo Incaricato, il successore di Conte in questo ruolo, arriva al Quirinale. Si fa lasciare cento metri prima del Palazzo e in ossequio alla spending review - di cui è simbolo l'ex funzionario del Fondo Monetario Internazionale e ex tagliatore di sprechi pubblici nel governo Letta - non chiede la ricevuta per avere il rimborso. Sembra un po' un calciatore ma del genere elegante - e comunque aveva detto, sbagliando: «È più probabile che vada a giocar nell'Inter al posto di Icardi piuttosto che mi chiamino come premier» - e un po' un attore americano.

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Quando poi esce dallo studio di Mattarella, si vede che ha il piglio della chiarezza che manca di solito ai politici e lui infatti  è un tecnico. Ancorati all'Europa, al voto subito dopo l'estate se il mio governo non avrà  la fiducia o urne più tardi se la dovesse ottenere, lista dei ministri al più presto e via così. Così si è presentato. Nessun contratto da citare. Nessun equilibrio partitico da mantenere. Né diktat né impuntature. Il film andato in scena ieri sul Colle è insomma l'opposto di quello proiettato nei giorni scorsi. Ma la serenità del personaggio Cottarelli, che non ha nulla da perdere, visto che la sua missione sarà breve e bisogna vedere se indolore, sembra a tutti stridere assai con l'eccitazione e la baraonda da campagna elettorale che si vive fuori dal Quirinale e lo riguarda.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Maggio 2018, 16:19
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