Il portavoce della campagna elettorale di Putin, Andrei Kondrashov, non s'è infatti tenuto e ha ringraziato pubblicamente la premier britannica Theresa May per aver fatto impennare l'affluenza. «È più alta dell'8-10% rispetto a quanto previsto, non riuscivamo nemmeno a sognare una cosa del genere... ancora una volta la Gran Bretagna non ha capito la mentalità della Russia: se ci accusano di qualcosa in modo infondato, il popolo russo si unisce al centro della forza e il centro della forza oggi è senz'altro Putin». Già, l'affluenza. È l'altro corno dell'ormai celebre 'formula della rielezionè elaborata - dicono i rumors - dal vice capo dell'amministrazione presidenziale, Serghei Kirienko. Ovvero almeno il 70% delle preferenze con almeno il 70% dell'affluenza.
Che, però, forse non raggiungerà il target designato: secondo le stime del centro demoscopico statale Vtsiom, infatti, potrebbe anche fermarsi al 63,7%. Ma questo si saprà solo domani, quando verranno pubblicati i dati ufficiali. L'effetto-Skripal, ad ogni modo, si è senz'altro visto nel voto dei russi residenti all'estero, con file lunghissime davanti alle missioni diplomatiche (comprese Milano e Roma, dove sono addirittura finite le schede elettorali). In Ucraina, invece, i russi non hanno potuto votare poiché le forze di sicurezza hanno piantonato consolati e ambasciata e hanno fatto entrare solo i diplomatici. Il ministero degli Esteri l'ha definita una mossa «illegale» e la Commissione Elettorale Centrale ha promesso di lamentarsi ufficialmente con l'Onu e altre organizzazioni internazionali. Kiev è particolarmente furiosa con il Cremlino poiché le elezioni sono state (volutamente) organizzate proprio nel giorno del quarto anniversario dell'annessione della Crimea, che per la prima volta dal contestato referendum del 2014 ha potuto votare alle presidenziali. E qui - stando agli scrutini preliminari - Putin è risultato vittorioso con percentuali nordcoreane superiori al 90%. La domanda, a questo punto, sorge spontanea. Tutto regolare? La Commissione Elettorale Centrale guidata da Ella Pamfilova sostiene ovviamente di sì. Come pure l'associazione indipendente Golos, che da anni monitora le elezioni in Russia. Il suo co-presidente, Grigory Melkoniants, all'ANSA ha confermato che le segnalazioni dei brogli sono «in diminuzione» rispetto al passato, ma tantissime sono state le pressioni da parte degli organismi statali per portare la gente alle urne. Alexei Navalny, il convitato di pietra di questa tornata elettorale, ha confermato la genuinità dei dati sull'affluenza alle urne alle 17 (circa il 51%) poiché in linea con le verifiche dei suoi osservatori dislocati ai quattro angoli del Paese. «I soldati e gli impiegati pubblici hanno votato di mattina, adesso gli imbroglioni si daranno da fare», ha fatto sapere su Twitter.
IL DISCORSO
«Se si fosse trattato di nervino di tipo militare Serghei Skripal sarebbe morto sul posto: noi abbiamo distrutto il nostro arsenale chimico mentre i nostri partner non lo hanno ancora fatto». Lo ha detto Vladimir Putin sottolineando che pensare che la Russia sia colpevole «è una sciocchezza», intervenendo per la prima volta sul caso Skripal. «Ritenere che potessimo fare una cosa del genere prima delle elezioni e dei campionati del mondo è davvero sciocco», ha aggiunto il presidente appena rieletto. «Davanti a noi ci aspettano sfide enormi, dobbiamo risolvere i problemi della nazione, serve una svolta». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin parlando al suo comitato elettorale. «Questo risultato significa che è stato approvato quello che abbiamo fatto in condizioni difficili in questi anni ma anche quello che faremo, ciò che abbiamo proposto: mi auguro che le forze politiche si sforzino di pensare al bene del paese prima che al loro tornaconto»
Ultimo aggiornamento: Lunedì 19 Marzo 2018, 07:52
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