Migranti, strappo dei falchi bavaresi: Seehofer pronto a dimettersi. Governo Merkel in bilico

Caso Migranti, Merkel in bilico Seehofer pronto a dimettersi

di Flaminia Bussotti
BERLINO Si esaspera il confronto fra Angela Merkel e Horst Seehofer sui migranti: il ministro degli interni, dirigente della Csu della Baviera dove si vota a ottobre per l'importantissimo rinnovo del parlamento della Regione, boccia l'accordo negoziato a fatica a Bruxelles e la cancelliera è con le spalle al muro. Ieri sera, però, si è verificato un colpo di scena: Seehofer ha offerto al gruppo dirigente del suo partito (da sempre alleato della Cdu della Merkel) le sue dimissioni da ministro. Non è chiaro se si tratti di una mossa lineare oppure di una sortita fatta apposta per essere respinta ma destinata a far risaltare sui giornali le proposte anti-migranti della Csu.
L'obiettivo della Csu bavarese è quello di riprendersi i voti che nelle elezioni nazionali di sei mesi sono slittati a destra verso i sovranisti di Alternative fur Deutschland.

Al Consiglio Ue la Merkel aveva strappato un accordo fra i 28 sperando di accontentare tutti e di salvare così il suo governo. Da settimane il ministro degli interni Hors Seehofer (Csu) minaccia, in caso di un'intesa insoddisfacente a Bruxelles, di ordinare i respingimenti alle frontiere.

LA GIORNATA
«Nell'insieme tutto quello che abbiamo deciso ha detto la Merkel in un'intervista ieri alla Zdf è altrettanto efficace». Questa è la mia personale convinzione, la Csu deciderà naturalmente per sé».
Ieri i vertici di Csu e Cdu, separatamente a Monaco e a Berlino, hanno esaminato i risultati dell'accordo Ue per decidere il da farsi. Dalla decisione dipende la permanenza dell'alleanza parlamentare fra Cdu-Csu, e della durata del governo.

In caso di iniziative unilaterali di Seehofer, la Merkel sarebbe costretta a rimuoverlo. Sarebbe la fine della nuova grande coalizione fra Cdu-Csu e Spd a soli 100 giorni dal suo insediamento. Un terremoto senza precedenti in Germania. Le riunioni sono andate avanti fino a tardi ma secondo anticipazioni filtrate, Seehofer ha bocciato l'accordo Ue non ritenendolo affatto «equivalente» ai respingimenti. Secondo la Bild, Seehofer sarebbe sbottato definendo inutile il suo incontro sabato con la Merkel: «La cancelliera si muove zero virgola zero», avrebbe detto al presidium Csu ieri.

Una eventuale caduta del governo Merkel unita alla presenza dei populisti dell'AfD al Bundestag, che sconvolgerebbe l'assetto politico parlamentare presente in Germania da oltre 70 anni.
La cancelliera ha ammesso nell'intervista di essere stata «sicuramente anche un po' spinta» dalla Csu a fare pressione in Europa, ma «nel complesso» è soddisfatta del risultato. Alla domanda se intende licenziare Seehofer nel caso decida i respingimenti, ha preferito non rispondere: l'Unione deve riflettere seriamente, la posta in gioco è alta. «Che la situazione è seria lo sanno tutti», ha detto durante i lavori della direzione del suo partito.
La proposta della Merkel di trasferire i migranti registrati in altri paesi Ue in cosiddetti Ankerzentren (centri di ancoraggio), non piace a Seehofer che insiste con l'idea di respingere tutti i migranti non in regola inclusi quelli già registrati in un altro paese Ue (cosa che riguarda in primis l'Italia). L'intesa di Bruxelles per il ministro dell'Interno tedesco non sarebbe una alternativa accettabile e comporterebbe altri problemi per la Germania.

La Merkel invece rifiuta una soluzione nazionale e al vertice Ue si è adoperata per una soluzione europea che tenesse conto un po' delle posizioni di tutti.
Il risultato è un compromesso la cui trama ha cominciato a sfilacciarsi poco dopo. Appena finito il vertice la cancelliera annunciava un'intesa con altri 14 stati ma poco dopo sono fioccate le smentite: Repubblica ceca, Ungheria e da ultimo anche la Polonia si sono dissociate costringendo la Merkel a scusarsi: «mi spiace degli equivoci, non abbiamo stipulato accordi, piuttosto uno scambio a livello politico».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Luglio 2018, 11:52
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