Treno deragliato, due ipotesi: vagone rotto o cedimento di rotaia
di Claudia Guasco
Durante i rilievi, sotto una pioggia battente, gli investigatori hanno sequestrato la scatola nera del convoglio, hanno sigillato i vagoni e i 2,3 chilometri lungo i quali il treno è deragliato. Poi si sono spostati negli uffici, dove hanno acquisito tutti i documenti che riguardano la manutenzione e i lavori su quel tratto di binari. Se nessuna ipotesi è esclusa, nemmeno la più remota di un atto di sabotaggio, le due piste principali sono la rottura della rotaia e il distacco del carrello del terzo vagone. Decisiva sarà la super consulenza affidata dai pm a due esperti ingegneri che si sono già occupati di disastri ferroviari, come quello di Viareggio.
PEZZO DA CAMBIARE
Per il direttore territoriale di Rfi, Vincenzo Macello, presente sul luogo dell'incidente, a provocare il deragliamento è stato il cedimento strutturale di una rotaia che stava per essere sostituita: in quel tratto erano in corso lavori di manutenzione, lo prova una fotografia scattata esattamente nel punto in cui è avvenuta la frattura. Il pezzo di rotaia mancante è stato poi trovato a venti metri di distanza. I tecnici hanno escluso qualsiasi malfunzionamento degli scambi della stazione di Pioltello.
Anzi, è risultato che i sistemi di sicurezza della rete sono scattati: i sensori posizionati sugli scambi hanno rilevato il passaggio anomalo di alcune vetture del treno e hanno attivato tutti i sistemi di segnalazione, bloccando di fatto la circolazione nell'area. Quanto alle verifiche, l'ultima sulla tratta incriminata è stata effettuata lo scorso 11 gennaio. «Il treno diagnostico passa una volta ogni quindici giorni e una volta al mese vengono effettuati controlli a piedi», assicura un addetto ai lavori. Certo è che poco più di sei mesi fa, il 23 luglio scorso, un treno di Trenord diretto da Milano a Bergamo è parzialmente uscito dai binari proprio all'altezza di Pioltello, nello stesso punto in cui ieri mattina è deragliato un treno di pendolari.
A sviare dai binari, come spiegato al momento dell'incidente, è stata la prima vettura che viene chiamata semipilota, perché metà è riservata ai viaggiatori e l'altra metà al macchinista. I passeggeri a bordo erano duecento, nessuno si è ferito. Ora bisognerà capire se il secondo incidente è solo una coincidenza e per arrivare alla verità, precisa Rete ferroviaria italiana, sono in corso tre inchieste: «L'individuazione delle cause dell'incidente è attualmente al centro delle indagini condotte dall'autorità giudiziaria, delle competenti autorità ministeriali e di Rfi».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Gennaio 2018, 18:53
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