Treno deragliato, due ipotesi: vagone rotto o cedimento di rotaia

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di Claudia Guasco
Un pezzo di rotaia, lungo 23 centimetri, trovato a una ventina di metri di distanza dal «punto zero» (come lo hanno ribattezzato gli inquirenti) dal quale si è staccato. I segni del deragliamento lungo la rotaia che partono proprio da quel «cedimento strutturale» e il primo concitato racconto del macchinista, che riferisce di aver tentato invano di frenare. Per l'incidente del treno il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di disastro ferroviario colposo, con pene dai 5 ai 15 anni. Nelle prossime ore arriveranno le prime iscrizioni nel registro degli indagati per i vertici, tra manager e responsabili della sicurezza, di Rete ferroviaria italiana, società del gruppo Ferrovie dello Stato. E non è escluso che le indagini si allarghino anche ad alcuni responsabili di Trenord.
 
 

Durante i rilievi, sotto una pioggia battente, gli investigatori hanno sequestrato la scatola nera del convoglio, hanno sigillato i vagoni e i 2,3 chilometri lungo i quali il treno è deragliato. Poi si sono spostati negli uffici, dove hanno acquisito tutti i documenti che riguardano la manutenzione e i lavori su quel tratto di binari. Se nessuna ipotesi è esclusa, nemmeno la più remota di un atto di sabotaggio, le due piste principali sono la rottura della rotaia e il distacco del carrello del terzo vagone. Decisiva sarà la super consulenza affidata dai pm a due esperti ingegneri che si sono già occupati di disastri ferroviari, come quello di Viareggio.

PEZZO DA CAMBIARE
Per il direttore territoriale di Rfi, Vincenzo Macello, presente sul luogo dell'incidente, a provocare il deragliamento è stato il cedimento strutturale di una rotaia che stava per essere sostituita: in quel tratto erano in corso lavori di manutenzione, lo prova una fotografia scattata esattamente nel punto in cui è avvenuta la frattura. Il pezzo di rotaia mancante è stato poi trovato a venti metri di distanza. I tecnici hanno escluso qualsiasi malfunzionamento degli scambi della stazione di Pioltello.

Anzi, è risultato che i sistemi di sicurezza della rete sono scattati: i sensori posizionati sugli scambi hanno rilevato il passaggio anomalo di alcune vetture del treno e hanno attivato tutti i sistemi di segnalazione, bloccando di fatto la circolazione nell'area. Quanto alle verifiche, l'ultima sulla tratta incriminata è stata effettuata lo scorso 11 gennaio. «Il treno diagnostico passa una volta ogni quindici giorni e una volta al mese vengono effettuati controlli a piedi», assicura un addetto ai lavori. Certo è che poco più di sei mesi fa, il 23 luglio scorso, un treno di Trenord diretto da Milano a Bergamo è parzialmente uscito dai binari proprio all'altezza di Pioltello, nello stesso punto in cui ieri mattina è deragliato un treno di pendolari.

A sviare dai binari, come spiegato al momento dell'incidente, è stata la prima vettura che viene chiamata semipilota, perché metà è riservata ai viaggiatori e l'altra metà al macchinista. I passeggeri a bordo erano duecento, nessuno si è ferito. Ora bisognerà capire se il secondo incidente è solo una coincidenza e per arrivare alla verità, precisa Rete ferroviaria italiana, sono in corso tre inchieste: «L'individuazione delle cause dell'incidente è attualmente al centro delle indagini condotte dall'autorità giudiziaria, delle competenti autorità ministeriali e di Rfi».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Gennaio 2018, 18:53
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